Buon lunedì, prodi seguaci!🦉

Questo fine settimana ho finito di leggere Il ritratto del morto di Daniele Oberto Marrama, un illustre sconosciuto della nostra letteratura, e devo dire di esserne rimasta piacevolmente sorpresa.

Alla luce tranquilla della lampada, che rischiarava quell’angolo di salotto severo come un sacrario – un angolo tutto pieno di stoffe grevi, di armi fantastiche, di trofei esotici, bizzarri come visioni di allucinati – il volto di O’Nell appariva, ora, un poco più calmo, quasi irrigidito in una forzata espressione di statua: solo i grossi baffi rossicci, che andavano da tempo imbiancando, avevano un tremito impercettibile.

«Vi domando scusa, signori» cominciò egli, a un tratto, rompendo il silenzio che pesava come un incubo su tutti noi «soprattutto a voi, Luca Doria» e si volse a me, fissandomi con due occhi che pareva implorassero «se poc’anzi fui preso da uno scatto… strano… che a voi sarà parso inesplicabile…».

S’interruppe, si passò le mani sulla fronte, a lungo come per dissipare qualche cosa che vi si fosse fermata e, poiché nessuno di noi parlava, riprese:

«Sento che vi debbo una spiegazione… Il fatto è stato così brusco, che voi dovete sapere, per comprendere e per perdonarmi… E voi saprete; e io vi dirò quello che nessun altro al mondo sa: quello che io tento indarno di nascondere a me stesso per dimenticare».

Raccolta di racconti del sovrannaturale, anzi “del bizzarro” come recitava il sottotitolo dell’edizione originale. Storie pubblicate per la prima volta nella Domenica del Corriere agli inizi del Novecento, poi raccolte in volume nel 1907. Una galleria dei topoi dell’orrore e del fantastico: dal révenant maledizione, dal vampirismo alla bilocazione, a casi di follia, di malattia e di auto-suggestione, per concludere – quasi a scopo catartico – con una storia a sorpresa. Otto racconti che in parte attingono dalla tradizione delle storie di fantasmi ottocentesche per deviare verso inediti e fantasiosi sentieri intrisi di italianità. Un recupero inestimabile per il filone della letteratura horror italiana.Con la prefazione di Gianfranco de Turris e la prefazione all’edizione originale di Matilde Serao.