Benvenuti a Walls of Water piccola località turistica del North Carolina, un luogo dove il mistero è più fitto della nebbia che circonda il paese. Tanto tempo fa, l’imponente palazzo vittoriano in cima alla collina era proprietà della famiglia di Willa Jackson. Poi quell’edificio abbandonato divenne il simbolo della rovina dei Jackson e di tutto ciò da cui Willa aveva deciso di fuggire. Da qualche anno la donna si è rifugiata ai margini della vita del paese, a gestire un negozio di articoli sportivi – rigorosamente biologici – e un baretto dal quale provengono deliziosi profumi di torte e biscotti al caffè per la gioia dei visitatori. Ma un giorno Willa riceve una busta sulla quale riconosce l’elegante firma della sua ex amica del cuore, Paxton Osgood. All’interno, un invito impossibile da ignorare perché riguarda proprio quell’antica dimora di cui ora sono proprietari gli Osgood. Ecco che il passato sembra tornare a perseguitare l’ultima discendente dei Jackson, costringendola a riaprire il cancello del misterioso giardino dove sta per venire alla luce un segreto rimasto sepolto per decenni. Un segreto che cambierà la vita di Willa e della sua amica in un modo che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Sarah Addison Allen è una delle mie autrici da coccole: scrive quel tipo di romanzo che assomiglia a una scatola di ottimi biscottini, solo che non vi farà temere le prossime analisi del sangue. Mi dispiace molto che sia sparita, non la vedo in libreria da un po’, spero stia bene.

E mi dispiace anche molto che L’albero dei segreti sia partito con le coccole e finito a calci e pugni. Sto per fare qualche blando spoiler, altrimenti non posso spiegare questa delusione – blando perché non appena vengono presentati i personaggi si sa come andrà a finire, non è di quelle storie dove nel finale ci siano delle sorprese.

C’è un personaggio, Sebastian, che dà l’idea di essere gay – non solo perché viene percepito così in paese, ma anche dai suoi pensieri. Siccome è l’interesse amoroso di una delle protagoniste, Paxton, e a un certo punto sembra mettere in discussione il suo orientamento, il mio cervello ha pensato subito: bisessuale. E invece no. Addison Allen ci dice che è eterosessuale e parte con una supercazzola che ha un unico scopo: scongiurare la possibilità che all’uomo ideale della protagonista possano piacere anche gli uomini.

Ci sono rimasta malissimo. Come rovinare un libro-coccola inserendo della bifobia che, oltre a essere sgradevole a prescindere, ha reso anche inverosimile il percorso di Sebastian all’interno del libro. Tanto che mi sono chiesta se sia stata una decisione dell’autrice o della CE, che fino a non molto tempo fa ritenevano inammissibile inserire elementi queer di ogni genere in romanzi destinati a donne eterosessuali (a meno che non si trattasse di letteratura specificatamente queer). Chissà.