Buon martedì, prodi seguaci!💎

Dopo il post bello pesante di ieri, oggi due recensioni leggere di due gialli che ho letto di recente.

Alvin H. Benson viene trovato dalla governante in una fatale mattina di giugno. Giace riverso in poltrona nel soggiorno della sua lussuosa residenza. Gambe accavallate, la testa poggiata contro lo schienale, un libro ancora stretto nella mano destra. Una posizione talmente naturale che ci si aspetterebbe quasi di vederlo alzarsi in piedi da un momento all’altro… Non accadrà, non foss’altro perché è morto, assassinato. Un proiettile sparato frontalmente a distanza ravvicinata gli ha trapassato il cranio come fosse burro, producendo una larga chiazza di sangue sul tappeto. Il procuratore distrettuale Markham e la polizia, con le loro capacità così limitate, fanno quello che possono. Ma per decifrare un omicidio destinato a rimanere negli annali della storia del crimine occorre un detective all’altezza. Qualcuno che al genio deduttivo unisca un sapere sconfinato. In due parole, uno come Philo Vance.

La mia prima impressione di Philo Vance, aristocratico che si dedica a risolvere crimini troppo intricati per la polizia uscito dalla penna di S.S. Van Dine, è stata di antipatia. È uno di quegli uomini che vi fanno alzare gli occhi al cielo così spesso da farvi rischiare di cadere in un fosso.

Del romanzo si salva il fatto che la soluzione è abbastanza intricata da tenere desta l’attenzione, ma questo interesse viene costantemente minato dal fatto che Vance sappia la soluzione, ma impieghi pagine e pagine inutili per farla sapere anche a noi, facendo il prezioso e facendoci venire il latte alle ginocchia.

Spero che i prossimi libri della serie siano più accattivanti perché ho il mammuttazzo della Newton Compton con tutti i romanzi…

L’ispettore Thomas Lynley è la punta di diamante di New Scotland Yard. Ottavo conte di Asherton, educato a Eton e a Oxford, preferisce tuttavia essere apprezzato per la sua straordinaria abilità di investigatore nonché, naturalmente, per il suo savoir-faire. Consapevole del suo rango e del rispetto che un gentiluomo deve alle convenienze, l’ispettore decide di approfittare di una breve vacanza per presentare la sua promessa sposa, Deborah Cotter, alla madre. Giunto in Cornovaglia, però, è costretto a spogliarsi immediatamente dei panni di figlio e fidanzato premuroso per vestire di nuovo quelli del detective. L’omicidio di un giornalista locale, infatti, scuote l’apparente tranquillità del piccolo villaggio di Howenstow e dà il via a una spaventosa serie di efferati delitti: un lungo tunnel di misteri e orrori in fondo al quale una terribile verità attende l’ispettore Lynley.

Che bello ritrovare l’ispettore Lynley, Simon St. James, Lady Helen e Deborah! Mi erano proprio mancata l’amicizia, l’amore e il dolore che li legano. Il lungo ritorno è proprio focalizzato sul raccontare come si sono sviluppate le dinamiche che conosciamo bene dai primi tre romanzi della serie.

Avendoci già fatto follemente innamorare dei suoi personaggi, si perdona senza fatica a George di non aver scritto una trama gialla avvincente come suo solito (ma chi ne ha bisogno con la forza morale di Lynley, la dolcezza di St. James e la spregiudicatezza di Lady Helen, che in un mondo ideale sarebbe la life coach di cui abbiamo bisogno?).

Non ho granché apprezzato la rappresentazione di un personaggio crossdresser (o trans? Chissà…): è una pratica associata al vizio e, sebbene nessuno dei personaggi principali indulga nella condanna, la sensazione che lascia non è proprio positiva. Si sente il peso del tempo che è passato…

Conoscevate queste due serie? Fatemi sapere se Philo Vance diventa più sopportabile con l’andare avanti della serie!

A presto!💛