Ammettiamolo: Natale è tempo di scelte. E il più divisivo. Gli schieramenti principali, in realtà, prima di azzuffarsi sulle alternative pranzo o cenone, albero o presepe, panettone o pandoro, si confrontano proprio sulla festa in sé. Quell’atmosfera che per alcuni significa magia, soffici nevicate e insondabile desiderio di bontà, per altri è più semplicemente inutile stress e insopportabile routine. Ed ecco dunque fronteggiarsi gli irriducibili amanti del Natale e i contrari a priori. Tra la formazione dei folletti di Santa Claus e quella degli inguaribili Grinch allergici a ogni manifestazione di buoni sentimenti d’occasione si cela, tuttavia, un’inesplorata terra di mezzo ricca di sfumature. Questa raccolta nasce proprio dal desiderio di avventurarsi lungo questa strada e soddisfare le esigenze di chi, stanco delle opposizioni un po’ bidimensionali e scontate, cerca punti di vista originali e nuove vie da percorrere. In questo volume le voci uniche dei più amati autori italiani contemporanei e le più originali penne internazionali si alternano per guidarvi in un viaggio all’insegna dell’inatteso. Se Pino Cacucci, Gianrico Carofiglio, Piero Colaprico e Antonio Pascale vi accompagneranno lungo le più oscure vie del male, Maeve Brennan, James Herriot, Roberto Perrone e Nadia Terranova vi mostreranno che anche il più classico dei Natali nasconde delle crepe. Andrea Molesini, Luca Ricci e Jean Stafford vi presenteranno tre insospettabili protagonisti alle prese con lo spirito natalizio, mentre Morley Callaghan, Mavis Gallant e James Thurber vi daranno prova dell’importanza di sapersi lasciare sorprendere. E se le sorprese migliori, in fondo, sono quelle in grado di scardinare le nostre aspettative, il Natale non è esente da questa regola: ogni Natale ha un suo perché. Purché non sembri Natale.


Terza e ultima raccolta di racconti natalizi che vi presento per quest’anno, Purché non sembri Natale è stata quella che ho apprezzato meno. O meglio, ci sono dei bei racconti al suo interno, ma ce ne sono anche alcuni davvero dimenticabili.

Per esempio, Sbirronatale di Piero Colaprico non mi è piaciuto per niente: intanto, il Natale è giusto il giorno in cui si svolge l’azione, non è che abbia un ruolo particolare all’interno del racconto. Poi è pieno di elementi già visti e non solo perché è un racconto del 1999: è una storia che non coinvolge in alcun modo e non lascia nemmeno alcun tipo di riflessione o sentimento. È proprio uno di quei casi in cui mi chiedo perché esista quel racconto.

E me lo sono chiesta anche di diversi altri racconti di Purché non sembri Natale, come Mi piace il Natale quando non lo so di Andrea Molesini oppure Vigilia di Natale di Maeve Brennan.

Invece mi sono piaciuti i racconti su un Natale più oscuro, come L’uragano di Pino Cacucci o Giulia di Gianrico Carofiglio. Quest’anno ho scoperto di avere una vera passione per le storie di sangue e fantasmi che si svolgono a Natale! Poi ho apprezzato molto Un felicissimo Natale di Morley Callaghan, riguardo allo spirito natalizio che va perso nelle consuetudini e nell’ansia di rispettare le tradizioni. Molto bello anche L’ora di libertà di Nadia Terranova sul carico che pesa sulle spalle delle donne durante le festività.

In definitiva, è stata una lettura che ha oscillato molto tra l’interesse vivo e la noia più assoluta. Non mi sento di sconsigliarlo, ma avvicinatevi con consapevolezza.

Buon Ceppino, prodi seguaci!🎄