Il Giorno del Giudizio. Gli uomini sono chiamati davanti a Dio per essere assegnati al proprio destino eterno. I puri saliranno in Paradiso. Ai più toccherà l’Inferno. Sulla Terra, sparse e sperdute, poche centinaia di persone. Tra queste Joseph Gould e Sara Ferraris. Lui è americano, uno scrittore diventato celebre negli Anni Trenta. Lei, una giovane insegnante torinese. I pochi sopravvissuti vengono riuniti da tre angeli nella Sacra di San Michele. Per quale motivo le creature celesti non sono accanto al Signore? Ognuna di loro ha condannato all’Inferno un’anima che meritava la salvezza e insieme a Joe e a Sara andranno a cercarla, nella speranza di essere perdonati. A fare da guida in questo viaggio sarà un ospite eccellente del regno del male, Giuda, il Traditore, riuscito a riemergere in superficie e ora costretto a ridiscendere nell’abisso. In un crescendo che lega la fantasia alla realtà, una corsa contro il tempo verso il fondo dell’Inferno. Un romanzo storico-avventuroso, con echi da thriller, da un giovane autore esordiente. Un libro ambizioso, creato nel corso di quattro anni, che spazia dalla Crociata dei Bambini del 1212 alle truffe dell’Età dell’Oro americana, dalla storia di Gerusalemme ai sotterranei di Roma, verso un finale che va oltre il Mito, oltre la Storia. Arricchito da originali illustrazioni.


2019 RHC, Task 9: Un libro pubblicato prima del 1° gennaio 2019, con meno di 100 recensioni su Goodreads

Io vorrei sapere cosa cavolo scrivere su questo libro. Davvero. Sono qui a guardare la pagina bianca e a frugarmi nel cervello in cerca di un’idea brillante che mi spieghi se Lo stagno di fuoco mi è piaciuto o no. È difficile mettere nero su bianco qualcosa di sensato quando nella tua testa c’è un gran casino.

In linea di massima, sì, mi è piaciuto. Ci sono un sacco di idee interessanti, una fra tutte una critica al sistema di salvezza e dannazione insito nella religione cristiana che non ho incrociato spesso e che mi ha fatto un gran piacere. Inoltre, non si può proprio dire che sia il solito fantasy pieno di cliché: qualsiasi rimando ad altre opere (e ce ne sono) è stato sapientemente amalgamato alla storia tanto da renderlo parte integrante della storia (in pochi possono vantare di aver citato la Commedia dantesca con altrettanta disinvoltura).

Non posso poi non citare i personaggi che, da Giuda a Michele, vengono riscritti in maniera originale, dando però l’impressione di continuità con la tradizione delle grandi religioni monoteiste. Insomma, la sospensione dell’incredulità funziona alla grande e sembra proprio di leggere la storia di cosa è accaduto (o accadrà) dopo il Giudizio universale.

Il problema è stata l’eccessiva prolissità. Mamma mia, in alcuni momenti avevo proprio l’impressione di annegare in un mare di parole e insieme a me soffocava gran parte della bellezza e della potenza narrativa di questa storia. È questo che mi ha fregato durante la lettura, che è durata un mese, un tempo molto lungo per i miei standard.

In definitiva, mi sento di consigliarne la lettura perché è un bel fantasy, ma devo avvertirvi di armarvi di santa pazienza: potrebbe servirvi tutta la vostra dotazione per arrivare alla fine…