Buon martedì, prodi seguaci!🖤💚

Per il secondo articolo in programma per festeggiare l’Aromantic Spectrum Awareness Week vi parlo dell’importanza o meno del genere per le persone aromantiche.

Si sa, infatti, che se l’attrazione romantica caratterizza le persone alloromantiche, quelle aromantiche possono provare l’attrazione platonica, cioè un forte interesse nei confronti di qualcunə e magari il desiderio di formarci una relazione (detta queerplatonica). Di solito la si descrive in soldoni come la voglia di conoscere una persona e diventare suə amicə strettə.

Ma… e il genere? A differenza delle principali identità alloromantiche (omo/etero/bi/panromanticismo), quando si parla di aromanticismo non si nomina quasi mai il genere del possibile interesse platonico. Significa che il genere non è mai importante per attirare le attenzioni di un’aromanticə?

Nì (come al solito non è tutto bianco e nero).

Fonte

All’inizio la comunità aromantica sembrava del tutto indifferente al genere; poi a mano a mano che più persone sono entrate a farne parte è emerso che per alcune è più facile diventare intime con persone di un certo genere. Così si è iniziato a parlare di omo/etero/bi/pan-aromanticismo.

Per quanto mi riguarda, rientro nella categoria di indifferenti al genere: immagino che potrei definirmi panaromantica, ma è una parola che non sento mia. Preferisco di gran lunga aromantica, che mi dà proprio l’idea di mettere davanti a ogni etichetta la persona nella sua interezza.

Ovviamente, questa è solo una mia preferenza: giusto per farvi capire che a volte si scelgono le parole per descriversi anche in base alle proprie orecchie, oltre che per il loro significato intrinseco.