Da bambina le vacanze in Nigeria erano l’incubo di Noo: estati fatte di caldo e zanzare, senza elettricità né acqua corrente. Per lei e i suoi fratelli, abituati alla frescura del Surrey – un paradiso traboccante di Twix, cartoni animati e alberi rigogliosi –, il villaggio d’origine era una sorta di «gulag tropicale». Poi nel 1995 suo padre, l’attivista Ken Saro-Wiwa, viene assassinato e tutto finisce. Niente più vacanze, niente più estati torride, un esilio volontario che dura molti anni, finché Noo decide di tornare per scrivere una guida sui generis. Prima tappa Lagos: traffico, bancarelle, okada che schizzano a velocità assassina, minibus stracolmi assediati da predicatori e venditori. E ancora l’asettica Abuja e l’arido Nord musulmano, i bronzi dell’antico Impero del Benin, le splendide statuette di Nok, i monoliti di Ikom e il parco dei divertimenti Transwonderland, con le sue giostre fatiscenti, specchio della decadenza di un paese minato dalla corruzione e dai conflitti interni. Nel corso del viaggio l’autrice si infuria, si rammarica, con sguardo occidentale critica e disapprova, ma la Nigeria è pur sempre la sua terra e i nigeriani il suo popolo. È il momento di riconciliarsi con loro e con il ricordo del padre.
La prima cose che mi sento di scrivere su questo libro è che Noo Saro-Wiwa è una donna molto intelligente, che, nonostante non abbia ricordi molto positivi del suo Paese d’origine, la Nigeria, riesce a mantenere uno sguardo critico scevro da qualunque rancore e risentimento. Il punto di vista di Saro-Wiwa è acuto e questo fa di In cerca di Transwonderland un preziosissimo libro sulla Nigeria.
La seconda cosa è che Saro-Wiwa non è una turista, ma una viaggiatrice: non si limita a provare luoghi di interesse turistico per poi riportarne le sue impressioni, ma vive ogni posto nel quale si reca e ci trasmette innanzitutto cultura e spirito, qualcosa che non si trova nelle classiche guide turistiche e che mi ha fatto amare In cerca di Transwonderland (che, detto per inciso, è appassionante come un romanzo… si macinano pagine perché non si vede l’ora di visitare il prossimo luogo e di sapere cosa vi troverà Saro-Wiwa).
Infine, l’autrice è molto adattabile. Per quanto, infatti, da piccola abbia passato le vacanze estive nel villaggio d’origine, stiamo parlando di una donna abituata a tutte le comodità di una città inglese: a parole siamo tutt* brav*, ma pensate anche solo alla possibilità di non avere la corrente elettrica a vostra disposizione quando ne avete bisogno o alla necessità di prendere un okada, che sfreccia nel caotico traffico cittadino incurante di qualunque codice stradale…
lo dicevo io che sul tuo blog scopro delle chicche!! questo titolo me lo segno per il atlante geografico di letture!! grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona
Eh, sì, questo è perfetto per coprire la tappa nigeriana! ^^
"Mi piace"Piace a 1 persona