Praga, fine del XVI secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, collezionista, mecenate delle arti e delle scienze, uomo eccentrico e misterioso. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama una donna di nome Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte, ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Löw, autore di sortilegi, cabalista e artefice del Golem. Dentro questa Praga magica e perduta Leo Perutz intreccia le sue invenzioni narrative, fantastiche e poetiche, intorno a un perno che è l’inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti.
Di notte sotto il ponte di pietra è il libro che ho letto con LiberTiAmo nel mese di ottobre e devo dire di essere un po’ combattuta su quale opinione esprimere su questo romanzo.
Iniziando dalle note positive, devo dire che Di notte sotto il ponte di pietra è molto bello: è poetico, evocativo e capace di suscitare un enorme senso di perdita, sia per tutte le volte in cui l’essere umano ha perso l’occasione (storica) di provare empatia per i propri simili, sia per una mitica età dell’oro che probabilmente non è mai neanche esistita.
Il tutto narrato in un romanzo dalla struttura molto particolare: nel gruppo è stato citato le Mille e una notte, perché Di notte sotto il ponte di pietra ricorda tutte quelle opere che hanno una cornice letteraria che racchiude delle storie. Tuttavia, in questo romanzo, la cornice non sta all’esterno, ma è inglobata nelle storie: tanto che fino alla fine non la si conosce per intero (a meno di non aver letto la trama che ci fornisce E/O).
L’ho trovata una struttura molto interessante (e ha contribuito a tenere alta la mia attenzione fino alla fine), sebbene all’inizio un po’ destabilizzante perché ciò che leggevo sembrava aver poco a che fare con quanto descrittomi dalla CE. Quindi, se vorrete leggerlo, tenere presente che vi troverete per le mani un romanzo fatto di storie che hanno in comune una cornice, che vi verrà svelata un pezzo alla volta.
La nota dolente, infine, è del tutto personale: io non vado tanto d’accordo questi romanzi altamente simbolici e molto onirici. Alla fine mi lasciano un senso di insoddisfazione, che purtroppo ho sentito anche questa volta: non è colpa di Perutz, che – lo ripeto – ha scritto un bellissimo romanzo, ma mia che proprio non riesco ad apprezzare questo tipo di libro.
Quindi, se avete gusti diversi dai miei, non lasciatevi scappare Di notte sotto il ponte di pietra, che sarà sicuramente un’aggiunta preziosa alle vostre letture!
Mi piace la tua onestà intellettuale; il libro sembra affascinante, da quanto dici, al netto dei gusti personali.
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Cerco sempre di essere il più oggettiva possibile… quando i miei gusti personali interferiscono troppo, mi arrendo! 😉
Sì, è un romanzo interessante, sia per le tematiche sia per la struttura, molto particolare…
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capisco cosa intendi… e confesso che sono un po’ della tua opinione. Poi, certo, c’è sempre l’eccezione che non ti saresti aspettata ti piacesse tanto. Questo è il bello di non chiudersi a nessun genere, a parer mio. Grazie per il tuo sentito pensiero 🙂
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Condivido anch’io l’opinione che è bello andare a pescare in ogni genere… e viva le eccezioni! 😀
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Sono totalmente d’accordo con il tuo parere! Assolutamente! Il libro è bello, sopratutto la scrittura ma credo di avere gusti simili ai tuoi dal punto di vista dell’aspetto onirico in un romanzo, insomma personalmente lo apprezzo ma a piccole dosi, qui si ripresenta molto spesso, quasi sempre quindi non mi ha convinta. Non è un libro che mi tornerà spesso in mente penso.. Non mi è rimasto così impresso purtroppo..
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Eh, infatti, all’inizio mi piaceva un sacco, poi proseguendo nella lettura per me si è fatto inconsistente…
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Sì, anche per me più andavo avanti più pensavo “ma alla fine cosa mi rimarrà di questo libro?”
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Credo che mi rimarranno alcuni flash, come la scena dell’ecce homo o quelle dei giullari…
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Sì, quella dell’ecce homo rimarrà anche a me, oltre a quelle di Jackele-Narr e Koppel-Barr, anche quella di Brouza e la fuga dell’amico dall’Imperatore pensandoci…
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Sì, sono tutte esemplificative di comportamenti molto umani, quindi finiscono per colpirti, in qualche modo…
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