A casa sono le regine indiscusse, fuori le suddite sottomesse. Viste dalla politica, le donne italiane devono essere così. «La moglie fa la moglie e basta», deve essere «remissiva», ha molti doveri, pochi diritti e «specifiche attitudini». Se la donna è emancipata diventa subito di «facili costumi», se è bella «è per questo che fa carriera», se è brillante non può che essere «abilmente manovrata».
Stai zitta e va’ in cucina è la storia degli insulti, delle discriminazioni e dei pregiudizi politici nei confronti delle donne. Ed è una storia a cui prendono parte quasi tutti: i padri costituenti e Beppe Grillo, il Pci e Silvio Berlusconi, la Dc e i partiti laici, i piccoli movimenti e le grandi coalizioni. Da questo punto di vista, la politica italiana si mostra singolarmente unanime.
Nell’Italia repubblicana la crociata sessista arruola tutti: premier, segretari di partito, ministri, capi di Stato, giù giù fino all’ultimo portaborse sconosciuto. Dopo il suffragio universale, «concesso» nel ’45, il maschilismo italico si fa sentire già con la stesura della Costituzione, per proseguire fino ai giorni nostri, tra appelli, citazioni sofisticate e insulti da bettola.
Dalla battaglia sul divorzio alle norme contro la violenza sessuale, dall’accesso alla magistratura al dibattito sulle quote rosa, questo libro è un succinto racconto storico – incredibilmente attuale –, per capire come si è diffusa e perpetrata la misoginia politica in uno dei Paesi più maschilisti d’Europa.


Stai zitta e va’ in cucina è un’indecorosa raccolta di affermazioni sessiste rivolte alle donne dai politici italiani, che paiono non essere mai stati così d’accordo come quando si tratta di discriminazione di genere. Destra, sinistra, centro: tutti insieme appassionatamente a vomitare offese e paternalismo sulle donne.

Ora, senza essere stati presenti ad ascoltare tutte le sparate sessiste dal dopoguerra ad oggi per motivi anagrafici e senza tenere il conto di quelle che si è sentito personalmente, si potrebbe illudersi che si tratti solo di scivoloni, di innocenti rigurgiti di vecchi pensieri non più condivisi. Invece, leggendo libri come Stai zitta e va’ in cucina, ogni illusione in tal senso cade e ci si ritrova a leggere affermazioni che fanno davvero cadere le braccia.

In effetti, ho chiuso questo libri con un grande senso di impotenza: cosa si può fare per cambiare una situazione che proprio coloro che rappresentano le istituzioni contribuiscono ad alimentare?

A me vengono in mente cultura e senso critico e la scuola dovrebbe essere fondamentale in tal senso. Buttiamo fuori i fanatici che vogliono imporre le loro verità e concentriamo l’insegnamento su come sono nate certe idee e sul perché alcune idee hanno prevalso sulle altre. Con le conoscenze che abbiamo oggi pensare che le donne non possano avere capacità di leadership o che gli uomini siano sempre vittime dei loro atteggiamenti impudichi è ridicolo.

Ci vorrà molto, molto tempo, quindi vediamo di incominciare al più presto…

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