Buon lunedì, prodi seguaci! ^^

State anche voi scoppiando dal caldo? Io ODIO il caldo afoso e non farei altro che dormire… sono un animale che andrebbe volentieri in letargo d’estate, che ci volete fare…

Viste le temperature da forno crematorio, mi sono data anima e corpo a romanzi divertenti: quindi ecco pronto per voi l’incipit di Streghe all’estero di Terry Pratchett, dodicesimo volume della serie di Mondo Disco.

Questo è Mondo Disco, che viaggia nell’universo sul dorso di quattro elefanti in piedi sul guscio della Grande A’Tuin, la tartaruga celeste.

Un tempo un tale universo sarebbe stato considerato insolito, magari impossibile.

Ma in effetti… un tempo le cose erano molto più semplici.

Perché l’universo era pieno di ignoranza e lo scienziato vi si aggirava, chino come un cercatore d’oro su un ruscello di montagna, in cerca del tesoro della conoscenza tra la ghiaia dell’irrazionalità, la sabbia dell’incertezza e le piccole cose baffute con otto zampe della superstizione.

Di tanto in tanto si alzava, e diceva cose del tipo: “Urrà, ho scoperto la Terza Legge di Boyle”. E tutti sapevano a che punto si trovavano. Ma il problema fu che l’ignoranza divenne più interessante, specie quella grossa e affascinante ignoranza su questioni enormi e importanti, come la materia e la creazione, e la gente smise di costruire pazientemente le piccole casette di stecchini razionali e cominciò a interessarsi al caos: in parte perché era molto più facile essere esperti di caos, ma soprattutto perché offre ottimi spunti per i disegni sulle magliette.

E invece di occuparsi di vera scienza gli scienziati all’improvviso si misero a dire che non si poteva conoscere nulla, e che non c’era nessuna realtà da conoscere, e che tutto questo era tremendamente eccitante, e tra parentesi, lo sapevate che

forse ci sono un sacco di piccoli universi ovunque, che non si vedono perché sono ripiegati su se stessi? Tra parentesi, non sarebbe una cosa favolosa da mettere su una maglietta?

A confronto di tutto questo, una grossa tartaruga con un mondo sul dorso è praticamente una cosa terra-terra. Quantomeno non finge di non esistere, e nessun abitante di Mondo Disco ha mai nemmeno tentato di dimostrare che non esiste, per paura di avere ragione e ritrovarsi a fluttuare nel vuoto. Questo perché Mondo Disco esiste proprio sull’orlo della realtà. Basta un nonnulla per passare dall’altra parte. Perciò, su Mondo Disco, la gente prende tutto molto sul serio.

Come le storie.

Perché le storie sono importanti. Si crede che sia la gente a creare le storie. In realtà è il contrario.

Le storie esistono indipendentemente dai loro personaggi. La conoscenza di questo fatto è potere.

Le storie, grandi nastri svolazzanti di spazio-tempo, sventolano e si srotolano nell’universo fin dall’inizio dei tempi. E si sono evolute. Le più deboli sono morte. Le più forti sono sopravvissute e sono ingrassate a forza di racconti… storie che fluttuano nell’oscurità.

E la loro stessa esistenza maschera uno schema, vago ma insistente, che attraversa il caos: la Storia. Le storie scavano solchi profondi al punto che le persone li seguono, come l’acqua segue certi percorsi giù dai fianchi delle montagne. E ogni volta che dei nuovi attori percorrono il sentiero della storia, il solco si fa più profondo.

Questa è nota come la teoria della causalità narrativa: vale a dire che una storia, una volta iniziata, prende forma. E raccoglie tutte le vibrazioni delle altre versioni di quella storia mai prodotte.

Ecco perché la Storia non fa che ripetersi.

E così mille eroi hanno rubato il fuoco agli dei. Mille lupi hanno mangiato la nonna, mille principesse sono state baciate. Un milione di attori ignari hanno agito, inconsapevoli, lungo i sentieri della storia.

Ormai è impossibile per il terzo figlio di un qualsiasi re imbarcarsi in un’impresa già tentata dai suoi fratelli maggiori, e non riuscire.

Alle storie non interessa chi ne fa parte. Importa solo che la storia venga raccontata, e che si ripeta. Oppure, se preferite porla in altri termini: le storie sono una forma di vita parassitaria, che corrompe le vite in funzione di se stessa.

Bisogna essere dei tipi speciali per opporsi, e diventare il bicarbonato della Storia.

C’era una volta…


C’era una volta una fata madrina di nome Desiderata che aveva un cuore d’oro, una mente saggia e una scarsissima capacità di fare piani a lungo termine. Così, quando Morte venne per lei, si trovò a dover lasciare la sua figlioccia nelle mani di un’altra – molto ma molto meno buona e saggia – fata madrina sostituta… Così adesso spetta alle tre streghe Magrat Garlick, Nonna Weatherwax e Tata Ogg il compito di saltare sulle loro scope (almeno quelle su cui non bisogna prendere la rincorsa per farle decollare) e dirigersi verso la lontana Genua, per fare in modo che una povera servetta strapazzata dalle sorellastre non sposi il principe dopo il gran ballo di corte. Il compito, pur sembrando abbastanza semplice (in fin dei conti milioni di ragazze non sposano principi) si rivelerà decisamente più complesso del dovuto. Già, perché viaggio, nani, vampiri e lupi mannari a parte, pare proprio che le servette debbano sposare i principi. Tutto ruota intorno a questo. E non si può combattere contro un lieto fine. Almeno fino ad oggi…