Buon lunedì, prodi seguaci! ^^

Eccomi di ritorno sui vostri schermi, dopo un periodo di raffreddore/mal di testa/mal di gola/vaffa-stagione-a-bischero, un improvviso tradimento del computer e un bel daffare per La Malafemmina. Insomma, un casino! 😀

Oggi riprendo possesso del mio blog: grazie a chi è passat* comunque e ai/alle nuov* seguaci, state davvero diventando un bel po’! :*

Quindi ecco a voi una citazione da Le correzioni di Jonathan Franzen, che sto leggendo insieme alle ragazze di LiberTiAmo.

A Gary, che da bambino aveva avuto il permesso di guardare la Tv mezz’ora al giorno e non si era sentito ostracizzato, la teoria di Schachtman sembrava creata apposta per consentire ai genitori più permissivi di stabilire degli standard che gli altri genitori potevano eguagliare soltanto abbassando i propri. Ma Caroline condivideva in pieno quella teoria, e poiché era l’unica garante dell’aspirazione di Gary a non diventare come suo padre, e poiché riteneva che i figli imparassero più dai rapporti con i coetanei che dall’insegnamento dei genitori, Gary si rimetteva al suo giudizio e lasciava che i ragazzi guardassero la Tv quasi senza limiti.

Quello che non aveva previsto era di diventare lui, l’ostracizzato.


Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l’uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l’altra con il desiderio di radunare per un “ultimo” Natale i tre figli che ha allevato secondo le regole rigorose e i valori dell’America del dopoguerra, attenta a “correggere” ogni deviazione dal “giusto”. Ma i tre figli se ne sono andati sulla costa orientale: Gary, dirigente di banca, è vittima della depressione e di una moglie infantile e testarda; Chip ha perso il posto all’università per “comportamento sessuale scorretto”; Denise, chef di successo, conduce una vita privata molto discutibile secondo i Lambert.