Nel primo volume di “Persepolis”, Marjane Satrapi ha commosso con il racconto a fumetti della propria infanzia in Iran durante la Rivoluzione Islamica. In queste pagine prosegue la sua autobiografia. Nonostante le costanti vessazioni del regime di Khomeini e la guerra con l’Iraq, i genitori di Marjane, laici e progressisti, sono determinati a non abbandonare il paese. Nel 1984 decidono di mandare la figlia in Austria per completare gli studi al sicuro e in libertà. “Persepolis 2” si apre a Vienna, in un pensionato di suore. Qui Marjane deve affrontare le difficoltà dell’adolescenza lontana da famiglia e amici e, mentre si ritaglia uno spazio all’interno di un gruppo di compagni emarginati quanto lei, lotta per trovare un senso di appartenenza.
Storia di un ritorno riprende a raccontare della vita di Marjane Satrapi proprio dove Storia di un’infanzia si era interrotto. Vediamo quindi Marjane alle prese con la sua (complicata) vita fuori dell’Iran.
Se Storia di un’infanzia è stata una storia di resistenza e silente ribellione al regime integralista, Storia di un ritorno è la storia di molte perdite, che Marjane non si aspettava di dover affrontare nella laica e liberale Europa. A volte le aspettative son proprio delle grandi stronze…
Così, insieme alla superficialità e alla saccenteria, all’integralismo religioso fuori dall’Iran e alla vita da esule, passerà anche attraverso esperienze comuni a molte adolescenti: sesso, droga, amore, amicizie più o meno strampalate e cambiamenti fisici che sembrano non volgere al meglio (le strisce che ne parlano m’hanno fatto morire dal ridere!).
Mi è piaciuto tantissimo lo stile della Satrapi, sempre divertente e pungente nei confronti di ciò che non reputa giusto (la reazione alle offese della suora… impagabile!). Sono molto contenta che Emma Watson abbia scelto Persepolis per la lettura collettiva di giugno di Our Shared Shelf, facendomi finalmente decidere a leggerlo. Quest’anno si sta rivelando pieno di scoperte interessanti sul fronte graphic novel e saggi: bene, bene, bene!