Chiara Lalli ripercorre a ritroso la via del gender per andare a recuperare le origini di una tale confusione di termini, concetti e intenzioni. Una confusione per niente neutrale e che mira al controllo della morale, del comportamento, della sessualità, dell’educazione e dei corpi non conformi. “Sarebbe già abbastanza ingiustificabile usare fantasmi e spauracchi per limitare i diritti, soprattutto perché garantire diritti a tutti non li toglie a nessuno. Ma tutto questo rischia di diventare inutilmente crudele quando è diretto ai bambini e agli adolescenti – scenario non inverosimile se si pensa che uno dei luoghi di scontro è proprio la scuola.”
New Gen(d)eration è stato pubblicato nel dicembre 2015, quindi offre un campionario piuttosto aggiornato di deliri anti-teoria del gender, anche se ci mancano tutte le perle che ci sono state rifilate in occasione del dibattito scatenato dal ddl Cirinnà.
Non che sia poi questa gran perdita: in parte perché le dichiarazioni qui raccolte sono già sufficienti a far salire l’astio a chiunque abbia compreso i risultati dei (relativamente) nuovi studi sulle identità di genere e sugli orientamenti sessuali e abbia l’onestà intellettuale di ricalibrare di conseguenza le sue idee in merito; in parte perché quest* signor* ripetono come un disco rotto le stesse errate convinzioni e non portano niente che non sia stato già ampiamente confutato a dimostrazione delle loro tesi (anche perché, in effetti, con le conoscenze attuali non c’è niente che possa avallarle).
Chiara Lalli, comunque, ripercorre i deliri “genderfobici” fino alla loro fonte, cioè fino a quando, nel 1994, il rapporto finale della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo dell’ONU, promuovendo la parità dei sessi, cazzia di brutto i predefiniti, soffocanti e opprimenti ruoli di moglie e madre, mettendo ovviamente in discussione anche i ruoli di genere e la famiglia. Non sia mai! Giovanni Paolo II (quello che hanno fatto santo, avete presente?) tenne subito a precisare che l’ONU stava dando di matto e che rischiava di “trascinare l’umanità verso una sconfitta” e di privare i giovani di “ragioni di vita”.
Considerano che parecch* ragazz* al di fuori della trinità Cisgender, Eterosessuale e Posizione del Missionario si sono suicidati e si suicidano perché non si sentono accettati, forse le “ragioni di vita” ai/alle giovani le stanno togliendo proprio loro. Io li ritengo corresponsabili di tutto il dolore e di tutte le vite che abbiamo perso per l’odio e l’insana pretesa di correggere e raddrizzare tutt* coloro che non rientrano nella trilogia suddetta.
E in nome di cosa, di grazia, si continua a difendere una tradizione indifendibile? Sei lettere: Potere. Le Chiese stanno perdendo fedeli in Occidente e questo non va loro giù. Allora, quale modo migliore di recuperare terreno cercando di riappropriarsi dell’educazione delle giovani anime, cercando di entrare di prepotenza nelle scuole per imporre il proprio punto di vista? Un punto di vista che non ha nulla di scientifico ed esclude parecch* bambin*?
Oggi che cade la Giornata internazionale contro omofobia, bifobia e transfobia è bene ricordarsi dell’alto prezzo che avrebbe tornare indietro e lasciare terreno a quest* integralist* che esigerebbero di escludere qualunque stile di vita, etica o morale non sia strettamente approvata da loro.