Held captive in a whorehouse, Markus Dayspring wakes every morning with a thirst for revenge, and collapses every night with a prayer for strength. He lives on in spite of deadly addictions and a crippling, shameful secret. When he’s rescued by a man from his past, his reawakened love threatens to crush his damaged soul.
Caius also has a secret, one that could ultimately kill him. But his vow to rescue Markus is stronger than guilt, fear and even his loyalty to King Helios. Too many have died because of Caius and rescuing the missing prince might allow him to sleep without nightmares.
Old habits are hard to break and new pain threatens their growing love. Yet one gleaming ray of hope continues to guide them to safety, even in the face of an unexpected violation of trust. With the stakes growing higher by the hour, Markus and Caius must learn to have faith before they can heal and face the future together.


Sono molto indecisa su quali parole spendere su questo romanzo. È il terzo volume di una serie dalle copertine bruttine, ma alla quale mi sono affezionata molto (grazie Goodreads per avermela consigliata!). Il fatto è che Prince of Faith contiene molte buone idee, ma nessuna di queste è ben amalgamata all’interno della storia complessiva. Leggerlo è stato un po’ come partire in seconda con la macchina: si procede a singhiozzi.

All’inizio devo dire di essere stata molto scettica: sembrava molto simile all’incipit di An Uncommon Whore, primo libro della serie. Stessa situazione, stessi ruoli di prostituto da salvare e salvatore. Poi, però, la storia ha ingranato e non ho più sentito questa sgradevole similitudine tra i due romanzi.

Tuttavia, come dicevo all’inizio, ben presto mi sono trovata a che fare con questi singhiozzi nella trama. Per esempio, la storia dell’invasione dei Landaun su Arash e della strage da loro perpetrata nei confronti dei Talisian: in Prince of Faith viene raccontata dal punto di vista di Caius e Markus, i due protagonisti, ma in vari momenti del romanzo e con dettagli ogni volta diversi. Nessun problema, direte voi: generalmente no, ma in questo caso la McBride non è riuscita a risultare chiara e in diversi punti ho interrotto la lettura per schiarirmi le idee e rileggermi qualche passo precedente.

Un caso? Non proprio, visto che anche lo sviluppo della relazione tra Caius e Markus, insieme al loro recupero psico-fisico, procede a balzelli. È vero che persone ripetutamente vittime di abusi non guariscono dall’oggi al domani e possono avere delle ricadute (e in questo sono con te, McBride), ma nel romanzo i loro cambiamenti di atteggiamento o umore sono troppo repentini e non adeguatamente supportati dallo sviluppo della trama.

Peccato perché mi ha fatto davvero piacere ritrovare vecchi personaggi come Helios e Griffin e non è stato male nemmeno fare la conoscenza di Tess, una Valoran fuori come un balcone e che spero la McBride ci farà conoscere meglio in futuro.

Perché sì, leggerò anche il quarto volume della serie, che dovrebbe essere adesso in lavorazione. Ti aspetto al varco, McBride: buon lavoro!

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