Buon lunedì a tutti e tutte! ^^
Oggi vi propongo una citazione da un libro tutt’oggi molto attuale, purtroppo. Sto parlando di Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda, che racconta la storia del viaggio di Enaiatollah Akbari dall’Afghanistan all’Italia.
A questo tengo molto, Fabio.
A cosa?
Al fatto di dire che afghani e talebani sono diversi. Desidero che la gente lo sappia. Sai di quante nazionalità erano, quelli che hanno ucciso il mio maestro?
No, Di quante?
Erano venti quelli che arrivarono con le jeep, giusto? Be’, non saranno stati di venti nazionalità diverse, ma quasi. Alcuni non riuscivano nemmeno a comunicare tra loro. Pakistan, Senegal, Marocco, Egitto. Tanti pensano che i talebani siano afghani, Fabio, ma non è così. Ci sono anche afghani, tra di loro, ovvio, ma non solo: sono ignoranti, ignoranti di tutto il mondo che impediscono ai bambini di studiare perché temono che possano capire che non fanno ciò che fanno in nome di Dio, ma per i loro affari.
Lo diremo forte e chiaro, Enaiat.
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore ha inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia, né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah alla fine ha trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.
Non conosco questo libro, ma la citazione è la descrizione rendono benissimo l’idea! Dev’essere bellissimo! E, purtroppo davvero molto attuale
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L’aspetto che mi è piaciuto di più è il suo trattare con leggerezza fanciullesca un dramma umano che ancora non vede fine… dopo aver letto libri di questo genere, è difficile vedere negli immigrati il male assoluto…
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Lo so bene! Sono volontaria della CRI, e ogni giorno mi scontro con questi pregiudizi!
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Quello che sta accadendo è terribile. Soprattutto per il modo in cui le istituzioni stanno gestendo la situazione.
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Strumentalizzano il razzismo (figlio dell’ingnoranza) della gente. Scatenano la caccia all’immigrato (come negli anni ’30 è stata scatenata la caccia all’ebreo) come se fosse loro la colpa della crisi economica, perché fa più comodo avere un capro espiatorio piuttosto che ammettere che la classe politica è del tutto incapace di gestire la situazione economica del paese
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Ma soprattutto, sapendo della polveriera che il Paese è diventato per le difficoltà economiche, non puoi pensare di “scaricare” degli immigrati da qualche parte e fregartene poi di come va. Si rischia di far esplodere la bomba tante sono le tensioni sociali. Le istituzioni dovrebbero essere capaci di far incontrare le persone. Gli esempi positivi non mancano.
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Giustissimo! Ci sono molti casi che testimoniano che solo una comunità unità supera le difficoltà
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