Hampden College, Vermont: un college esclusivo e raffinato al quale è riuscito a farsi ammettere Richard Papen, studente californiano di modesta famiglia. Cinque studenti, esponenti di una gioventù ricca e viziata, che subiscono il fascino della cultura classica, ma anche quello della droga, e Julian Morrow, straordinario insegnante di greco, che esercita su di loro una forte seduzione spirituale. Una notte di esaltazione e follia, una vera estasi dionisiaca, un delitto di crudeltà inaudita, compiuto quasi in stato di trance. E da questo momento a violenza segue violenza, in un crescendo angoscioso e inarrestabile…
Volevo leggere Dio di illusioni da un sacco di tempo: il medesimo desiderio di molte persone, a quanto pare, visto che in biblioteca non era mai disponibile! Alla fine, però, sono riuscita ad accaparrarmelo e ora eccomi qui a non sapere esattamente quali siano le mie impressioni su questo romanzo.
Teoricamente, Dio di illusioni avrebbe potuto diventare uno dei miei libri preferiti. Donna Tartt è una scrittrice che sa il fatto suo e non ho davvero niente da eccepire sul suo stile. Inoltre, la sua capacità di inglobare la dualità presente nella mitologia greca in un romanzo ambientato venti o trent’anni fa è ragguardevole.
Tuttavia, non posso proprio annoverarlo tra i miei libri preferiti: anzi, probabilmente finirà tra quei romanzi letti e presto dimenticati. Infatti, tutto quello che posso dire di aver provato leggendo Dio di illusioni è un enorme senso di vuoto. Un vuoto che, in parte, credo sia anche voluto, in quanto i giovani protagonisti e il loro insegnante di greco sono persone vuote. Al di là del genio e dell’amore per la bellezza che mostrano al mondo, infatti, sono persone vili ed egoiste, in grado di compiere qualunque nefandezza per mantenere la loro patina di luminosa moralità.
Ora, ho cerebralmente apprezzato tutto questo, ma il romanzo non è mai riuscito a coinvolgermi emotivamente – e non solo perché i personaggi sono sgradevoli. Per quanto mi riguarda, il senso di vuoto ha prevalso e ha fagocitato qualunque tipo di interesse da parte mia. Arrivata a metà romanzo circa, il mio unico desiderio era finirlo e passare ad altro.
Non mi ha coinvolto nemmeno il romanzo di formazione che scorre di pari passo con la trama del giallo. Droga, sesso e rock&roll: non posso proprio dire che sia stato coinvolgente, o anche solo originale, per quanto, lo ripeto, lo stile dell’autrice sia notevole – abbastanza da invogliarmi a leggere un altro dei suoi romanzi e a darle un’altra chance.