L’amore è un gioco. Ti va di giocare con me?
Cristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E.L. James, che con le sue “50 Sfumature” gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l’incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se vivi a Prato, fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome “uguale” a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale,può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione.
Solo Antonella, l’amica di sempre, è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattutto è disposta ad amarlo per quello che è realmente.
Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?


Ebbene, ho appena trovato il senso all’esistenza delle Cinquanta sfumature di E.L. James: senza di loro, infatti, Cristina Parenti non avrebbe potuto scrivere questo romanzo carinissimo che mi ha fatto sbellicare dalle risate.

È il primo romanzo che leggo di quelli che prendono per i fondelli la trilogia della James: confesso di non essere stata minimamente attratta, per esempio, dai libri di Rossella Calabrò. Tuttavia, L’importanza di chiamarsi Cristian Grei mi ha spinto a fare un tentativo, nonostante la terrorizzante copertina rosa shocking e un richiamo a Oscar Wilde piuttosto pericoloso (ma che si è rivelato innocuo).

Il quasi omonimo italiano del dominatore miliardario più desiderato del momento (?) è un becchino di Campi Bisenzio, ipocondriaco, impacciato e con un buon senso dell’umorismo. Cristian Grei è un cucciolone adorabile, niente a che vedere con frustini e manette, ma ha una stanza dei giochi, dove dà sfogo alla sua passione nerd per i videogiochi. Immaginate un po’ il suo orrore quando orde di donne in calore lo assalgono per vantarsi in giro di averlo fatto con Mr Grei…

Chiara Parenti mi hai fatto proprio divertire e L’importanza di chiamarsi Cristian Grei è stata una piacevole lettura fino alla fine, nonostante il momento di svolta in cui si è passati dal puro spasso alla storia d’amore, come di solito succede in questo genere di romanzi. Arriva l’amore e cala il divertimento: va bene, me lo aspettavo, ma l’autrice non ha calcato troppo la mano e non mi è venuto il diabete.

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