Com’è possibile dar corpo all’anima? Com’è possibile assemblare pezzi di cadavere e cavarne fuori la vita? Com’è possibile un essere umano partorito dalla scienza, prima della biogenetica, prima della clonazione? Com’è possibile un mostro per troppa bontà? E com’è possibile che tutto questo sia scaturito da un gioco, un semplice gioco, la scommessa di una giovane donna di scrivere un racconto dell’orrore? Miracoli della letteratura.


Ho un serio problema con Frankenstein: non sopporto Victor Frankenstein. Per tutta la durata del romanzo non fa che lamentarsi di essere l’uomo più sventurato del mondo e io a tutt’oggi devo capire perché si sia tirato la zappa sui piedi, abbandonando la sua Creatura.

Simbologia e interpretazioni a parte, mi è sempre sembrato strano e ingiusto che Frankenstein non solo rifiutasse la sua Creatura, ma addirittura la abbandonasse a se stessa nella speranza che gli facesse il favore di morire. Messa così, il comportamento della Creatura diventa più comprensibile, sebbene non giustificabile. Sarà per questo che con il tempo il nome Frankenstein è andato a designare la Creatura più che l’artefice nell’immaginario popolare.

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