“Se non avete mai letto niente riguardo agli orfani Baudelaire, allora è meglio che, prima di affrontare anche solo una riga, sappiate questo: Violet, Klaus e Sunny sono graziosi e intelligenti, ma la loro vita, mi rincresce dirlo, è piena di sfortuna e di miserie. Le vicende dei tre bambini sono sempre tristi e disgraziate, ma questa è la peggiore di tutte. Se non sopportate storie contenenti uragani, dispositivi di segnalazione, mignatte voraci, zuppe di cetriolo fredde, orribili furfanti e bambole di nome Pretty Penny, allora questo libro vi getterà nella più totale disperazione. Da parte mia continuerò a raccontare questi tragici episodi, è il mio compito…”(Lemony Snicket).
Terzo libro di (dis)avventure per gli sfortunati orfani Baudelaire, che, ne La stanza delle serpi erano riusciti a sfuggire dalle grinfie del Conte Olaf ancora una volta. Sono dunque di nuovo nelle maldestre mani del signor Poe, che deve loro cercare una nuova casa.
E che casa, questa volta! Forse sarebbe più appropriato definirla catapecchia in bilico sul Lago Lacrimoso. La sua proprietaria, nonché nuova tutrice di Violet, Klaus e Sunny, è zia Josephine, una vedova terrorizzata da qualunque cosa, dalle maniglie delle porte al telefono.
La convivenza degli orfani con la zia, infatti, non sarà delle più felici, ma diventa un bel ricordo quando i tre si trovano di nuovo alle prese con il Conte Olaf, anche stavolta travestito, anche stavolta irriconoscibile per gli adulti, ma non per i bambini, che rischieranno di nuovo di averlo come tutore.
Nonostante il déjà-vu, Lemony Snicket ha scritto un altro libro capace di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine. Spero, però, che il travestimento con smascheramento conseguente non diventi una tradizione…