“La chiamata dei tre” riprende la narrazione delle gesta di Roland, l’eroe solitario deciso a raggiungere la misteriosa Torre. Nel loro definitivo confronto-scontro l’uomo in nero aveva predetto la sorte a Roland con uno strano mazzo di tarocchi. Ora il pistolero si ritrova seduto su una spiaggia del Mare Occidentale, dopo un sonno che forse è durato anni. Sa che dovrà trovare le tre porte spazio-temporali per introdursi nel nostro mondo e raggiungere così i tre predestinati. Ma come individuarle? Mentre medita sul da farsi, mostruose creature emergono dalle acque e tentano di divorarlo, mutilandolo orrendamente. Questa nuova edizione è arricchita da un’introduzione dell’autore.


L’ultimo cavaliere non mi aveva convinta del tutto, ma il finale mi aveva favorevolmente colpita; La chiamata dei tre è la prova che a volte le alte aspettative del lettore vengono rispettate.

In questo secondo volume, il nostro pistolero è alle prese con la profezia dell’uomo in nero e con la ricerca dei tre che lo avvicineranno, per così dire, alla Torre Nera. Il primo uomo chiave è Eddie, tossicodipendente nella merda fino al collo – così come Roland, anche se per un motivo diverso. Per trarsi d’impaccio, i due dovranno collaborare – e fidarsi l’uno dell’altro. O almeno patteggiare una tregua durante la quale nessuno dei due cercherà di fregare l’altro.

Eddie è uno di quei personaggi con i quali è facile entrare in sintonia. Un po’ disperato e distrutto, un po’ divertente e romantico, Eddie passa il suo tempo tra la speranza di redenzione e una colossale incazzatura nei confronti di Roland, che, diciamocela tutta, è uno di quelli da prendere a schiaffi un giorno sì e l’altro pure.

La seconda dei tre è una donna schizofrenica che si alterna tra Odetta Homes e Detta Walker. Praticamente la stessa dualità di Smeagol/Gollum e la stessa inquietudine nel leggere atti e pensieri della parte scurrile. Detta Walker, infatti, parla come il peggiore dei peggiori scaricatori di porto e agisce come una stronza subdola per salvarsi il deretano e massimizzare i danni inflitti agli altri. Dall’altro lato, Odetta Holmes è una vera signora, buona e raffinata.

Forse perché in La chiamata dei tre abbiamo visto più Detta di Odetta, ho faticato a entrare nell’ottica di questo personaggio. Confido nel terzo volume per conoscerla meglio e apprezzarla di più.

L’ultimo tizio da trovare per Roland è Jack Mort. Mr. Mort è davvero un pessimo soggetto – anche Detta impallidisce davanti a lui. Il nostro pistolero, messo così a mal partito, avrà il suo bel daffare per sistemarlo e far sì che serva alla causa…

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