Niniane Lorelle, la principessa dei fae oscuri, è l’unica sopravvissuta della sua famiglia, dopo il colpo di stato ordito dal feroce zio Urien. Da ormai duecento anni ha trovato rifugio tra i wyr di Dragos Cuelebre, a New York. La sua bellezza eterea e il suo sorriso contagioso hanno conquistato il loro cuore ma, alla morte dello zio, Niniane dovrà lasciarli per ereditare il regno. Una delegazione la attende a Chicago per intraprendere insieme il viaggio di ritorno a Adriyel, l’Altra Terra, ma appena giunta in città, Niniane cade vittima di due attentati. È chiaro che qualcuno vuole impedirle di salire al trono e quindi, sebbene la delegazione si opponga, Dragos invia Tiago a proteggerla. Tiago è da secoli il principe dei cieli, cui obbediscono tuoni e fulmini. Un condottiero che a malapena trattiene la sua forza primitiva, una delle armi più efficaci su cui i wyr possano contare. Il suo coraggio non teme nulla, ma davanti alla passione per Niniane non saprà resistere. La loro storia d’amore sarà più travolgente di una tempesta e scuoterà le fondamenta di tutti i mondi a cui appartengono. Dopo il successo del Legame del drago arriva il secondo volume del Ciclo delle Antiche Razze. Un nuovo romanzo dalla prodigiosa immaginazione di Thea Harrison, un urban fantasy che si tinge di romance, in cui forze ancestrali si contendono il potere della magia e quello dei sentimenti.


Il primo volume della serie – Il legame del drago – non mi era piaciuto granché, ma lo avevo lasciato con moderate speranze per il futuro. La coppia Tiago – (Tricks) Niniane sembrava promettere bene.

Il punto è che la Harrison può provarci quanto vuole a rendere le sue donne simpatiche e i loro rispettivi compagni attraenti (?), ma, se non li supporta con una trama e una caratterizzazione decenti, per me farà sempre un buco nell’acqua.

Tiago è un guerriero. Il migliore. Uno di quelli che prima ammazza e poi chiede informazioni. E che fa? Vede Niniane (o meglio, si accorge della sua esistenza) e zac! diventa la sua guardia del corpo personale e tuttofare.

Niniane è l’erede al trono dei fae oscuri e non ha un c***o di voglia di diventare regina. E che fa? Vede Tiago (o meglio, si accorge che è ben piazzato) e zac! inizia a farsi una marea di seghe mentali – sempre le stesse, per circa tutto il romanzo. Una piaga. E non basta che ogni tanto abbia qualche scappata simpatica: a quel punto sei talmente narcotizzato dal suo castello di problemi che non riesci manco a ridere. Speri solo di arrivare presto alla fine.

Non puoi sperare neanche in una trama avvincente, perché non c’è (i problemi di Niniane di cui sopra riescono ad annegare anche l’azione). L’ultima tua flebile speranza viene spazzata via dalla rivelazione dei protagonisti dell’intrigo di potere: fino alla fine sei riuscito a convincerti che non siano loro, i più scontati, quelli che hanno cercato di uccidere Niniane. E, invece, eccoli là, serviti su un piatto d’argento, pronti per essere liquidati in fretta, come sembra piacere alla Harrison.

L’unico pregio di questa serie (o forse dovrei dire difetto) sta nel riuscire a interessarti alla prossima coppia. Carling, la millenaria vampira, ha rubato più volte la scena a Niniane. Il mistero e il potere che la avvolgono sono certamente intriganti. Così come Rune, grifone al servizio di Dragos, si è rivelato più interessante di Tiago. Vedremo. Non so se la Harrison riuscirà a fregarmi di nuovo.

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