Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all’ufficio di Cormoran Strike.
Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l’ha schiacciata…


La lettura della trama mi aveva parecchio intrigata: Cormoran Strike sembrava proprio il tipo scalcagnato che attira facilmente le simpatie del lettore – o almeno le mie. E così, infatti, è stato: già la sua entrata in scena è tutto un programma. Il detective Strike ce la mette proprio tutta a manifestarsi nell’interezza del suo stato disastroso.

Eppure Galbraith (alias Rowling) non cade nella trappola del genio dannato: Strike non è un eccentrico bohémien che si è dato alle investigazioni private. Fin da subito appare chiaro come, pur nella rovina sentimentale e finanziaria, Strike sappia usare bene la testa.

Difatti, si scopre ad apprezzare le qualità della sua segretaria, Robin, eccitata dall’idea di lavorare per un investigatore privato e allo stesso tempo perplessa davanti allo stato di Strike (difficile darle torto, in effetti). Robin è la perfetta assistente di Strike: equilibrata, integerrima, discreta. È stato molto divertente leggere del modo in cui interagiscono.

In generale, quello che ho maggiormente apprezzato in questo romanzo è stata proprio la caratterizzazione dei personaggi. La Rowling è molto abile nel mostraci le sfaccettature delle personalità e nel farci pensare: “Chi è davvero costui?”. Una qualità molto apprezzabile.

Tuttavia, nemmeno la maestria della caratterizzazione è riuscita a nascondere un giallo debole. Il colpevole mi è stato così evidente fin da subito che purtroppo l’abilità della Rowling mi è sembrato un mero – per quanto lodevole – esercizio di stile. Spero che la Rowling stia solo scaldando i motori per i prossimi, già annunciati, episodi.

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