La sera in cui la quindicenne Clary e il suo migliore amico Simon decidono di andare al Pandemonium, il locale più trasgressivo di New York, sanno che passeranno una nottata particolare ma certo non fino a questo punto. I due assistono a un efferato assassinio a opera di un gruppo di ragazzi completamente tatuati e armati fino ai denti. Quella sera Clary, senza saperlo, ha visto per la prima volta gli Shadowhunters, guerrieri, invisibili ai più, che combattono per liberare la Terra dai demoni. In meno di ventiquattro ore da quell’incontro la sua vita cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello dei giovani guerrieri. Per Clary inizia un’affannosa ricerca, un’avventura dalle tinte dark che la costringerà a mettere in discussione la sua grande amicizia con Simon, ma che le farà conoscere l’amore.
Sta per uscire il film e quindi mi sono decisa a iniziare questa saga. Nel momento in cui sto scrivendo, ci sono la bellezza di 177.531 persone che, su goodreads, hanno assegnato a Città di ossa cinque stelle. E posso davvero capirne il motivo. Magia, mistero, cose-che-sembrano-in-un-modo-ma-sono-altro, un sacco di creature fantastiche…
I miei problemi con questo libro nascono dallo stile dell’autrice. L’ho trovato atroce fin dal primo capitolo. A parte una vagonata di metafore evitabili, Cassandra Clare ci spiega per filo e per segno perché i suoi personaggi fanno quello che fanno. Non c’è praticamente niente che venga lasciato alla fantasia del lettore. E questo abbatte l’interesse del lettore in modo esponenziale.
I personaggi, dal canto loro, ci provano ad essere simpatici o, comunque, a destare la simpatia del lettore. Tutti con il loro bagaglio di tormenti/dolori/pene d’amore sulle spalle, fanno a gara a chi è più equivoco. Sì, perché la Clare, come ho accennato prima, sembra avere il pallino per il personaggio str**** che in realtà non lo è, ma si comporta male per tutta una serie di motivi (che, tranquilli, non rimarranno oscuri a lungo).
Il punto è che nessun colpo di scena mi ha colta di sorpresa. Era tutto terribilmente prevedibile e nessun “depistaggio” è riuscito a fregarmi (probabilmente nemmeno sui libri futuri, ma vedremo…). Anzi, nelle rivelazioni finali, dato il loro comportamento, sembrava che i personaggi presenti avessero assunto funghi allucinogeni. Mah…
Infine, le similitudini con Harry Potter. Ci sono e non sono trascurabili. Abbiamo una rivisitazione dei Malfoy, di Lupin, di Voldemort e delle sue idee di purezza, dei Mangiamorte, etc… Spero che nel proseguimento della saga diminuiscano, perché finora Harry Potter–Shadowhunters 1-0.