In un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome, dove il quartiere in cui sono nati e cresciuti è chiamato «la Fortezza», Beatrice e Alfredo sono per tutti «i gemelli». I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un’amicizia ruvida come l’intonaco sbrecciato dei palazzi in cui abitano, nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un’amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio, graffiante come vetro spezzato, delicato e luminoso come un girasole. Un amore nato nonostante tutto e tutti, nonostante loro stessi per primi. Ma alle soglie dei vent’anni, la voce di Beatrice è stanca e strozzata. E il cuore fragile di Alfredo ha perso i suoi colori. Perché tutto sta per cambiare.
Arrivata in fondo a questo romanzo, mi sono chiesta: qual è il tema centrale? L’amicizia? L’amore? La droga? La povertà? Lo squallore? Nessuno di questi temi riassumeva il senso del libro per me.
Credo che il fulcro del libro sia la famiglia. Bea, la protagonista dalla scorza dura e tenace, è stata fortunata. Alfredo, il protagonista più debole e allo sbando, no. Bea, pur nella sventura di essere quasi in fondo alla piramide sociale, ha una famiglia che le vuole bene e la sostiene. Alfredo è senza madre e con un padre alcolizzato che lo picchia selvaggiamente – sbronza permettendo.
Bea risulta antipatica a causa della sua totale inconsapevolezza di questa fortuna, che peraltro non è disposta a condividere. Odia Alfredo quando i suoi gli offrono un appiglio e un tetto e tuttavia finisce per abituarsi a questo “male” così come è abituata a tutto lo squallore che permea la “Fortezza”, il quartiere dove vivono. E piano, piano questo male diventerà un’amicizia, un non poter fare a meno dell’altro che diventerà amore. Ma che non basterà a tenerli insieme (sebbene, alla fine, la speranza trionfi).
Cosa non mi ha convinto? In mezzo al linguaggio sboccato necessario al realismo della storia, c’erano troppe parti affini ad altri romanzi su realtà disagiate e ragazzi abbandonati a se stessi. Mi sarei aspettata qualcosa di più, quel guizzo che l’avrebbe reso un romanzo indimenticabile.