La Storia vera, capolavoro di Luciano, viene considerata la prima narrazione fantascientifica, l’antesignana e il paradigma della funzione scientifica che supera gli spazi e i tempi logici delle conoscenze umane. Frutto di una affascinante e liberissima fantasia che si diverte a giocare con una super realtà letteraria, è una continua demistificazione, iperbolicamente paradossale, al di là dei limiti imposti da credenze o fedi di ogni genere. Non è tuttavia un semplice divertimento, ma un’opera impegnata, nel suo scetticismo, a svelare l’assurdità delle false invenzioni letterarie, filosofiche e scientifiche. Avvalendosi di una immaginazione purissima, Luciano crea una ridda vorticosa di situazioni paradossali e dotte citazioni di un mondo svilito e giocosamente irriso e ha finito con il costruire un innegabile punto di riferimento per opere come l’Orlando Furioso, Gargantua e Pantagruel, Le avventure del barone di Munchausen, Ventimila leghe sotto i mari.
Si tratta di uno dei libri più divertenti e arguti dell’antichità classica che abbia mai letto. Luciano non risparmia nessuno nella sua Storia Vera, nemmeno Omero, mito e orgoglio dei greci, che confesserà di essere babilonese e di chiamarsi in realtà Tigrane!
E nel prendere in giro illustri personaggi dell’antichità (Platone, Socrate, Esopo, Erodoto…), Luciano crea l’antesignano, l’archetipo del romanzo fantastico e fantascientifico. Sono presenti il viaggio sulla luna, una balena che inghiotte la nave, il viaggio nell’aldilà, l’incontro con essere fantastici, a volte benigni, a volte estremamente pericolosi.
Per apprezzare a fondo quest’opera, comunque, consiglierei un rapido ripasso/studio dell’antichità classica, perché i riferimenti sono davvero tanti e, anche con l’ausilio delle note, si rischia di perdere parte del fascino del piccolo capolavoro di Luciano.