Gabriel e Julia sono due anime inquiete. Per lui, qualsiasi trasgressione è lecita, qualsiasi donna è una preda. Tuttavia niente è in grado di placare i demoni del suo passato e la felicità è un sogno irrealizzabile. Perché quella del professore universitario di successo – un’indiscussa autorità negli studi danteschi – è solo una maschera dietro la quale si nasconde uno spirito tormentato. Come Dante, anche Gabriel è circondato da una selva di ricordi e di peccati inconfessabili.
Per Julia, la vita è sempre stata una strada in salita, segnata dalla perdita delle persone che amava e da una relazione sbagliata. Eppure adesso lei ha l’occasione di ricominciare da capo e di dedicarsi allo studio di Dante sotto la guida del celebre – e temuto – professor Gabriel Emerson.
E il loro incontro cambierà tutto. Negli occhi di quell’uomo, profondi e pericolosi come il mare in tempesta, Julia percepisce una disperata richiesta d’aiuto. Negli occhi di quella studentessa, luminosi e puri come quelli di un angelo, Gabriel intravede una promessa di redenzione. Ma lei sarà in grado di guidarlo lungo la «diritta via»? E lui riuscirà a dominare il proprio lato oscuro per abbandonarsi tra le braccia della sua Beatrice?
Raffinato, romantico e audace, Gabriel’s Inferno unisce passioni travolgenti e dolorosi segreti, fantasie erotiche e intense emozioni, dando vita a una storia d’amore che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.
Gabriel Emerson = Christian Grey = Edward Cullen
Julianne Mitchell = Anastasia Steel = Bella Swan
La recensione potrebbe terminare qui. Chi ha orecchie per intendere intenda.
Ma dopo giorni di noiosissima lettura ho voglia di infierire un po’.
Gabriel Emerson. Bello, ricco, intelligente. Oh, e con tante di quelle ombre da poter far avere un orgasmo multiplo a uno psichiatra. La solita zuppa… no! Peggio! Perché il prof è pure un dantista che pensa di aver trovato la sua Beatrice… e che quindi si sente in dovere di infarcire i suoi discorsi di citazioni prese a destra e a manca.
Julianne Mitchell. Bella ma incompresa, imbranata patologica (seriamente… Bella e Ana erano delle dilettanti in confronto), vergine casta e pura, reduce da uno str**** di fidanzato, fragile e delicata. In poche parole, noiosa e inutile. Più andavo avanti nella lettura e più pensavo: “Ma che m’importa di questa?”. E’ un personaggio talmente piatto e insignificante da non far incuriosire nemmeno sul suo passato tormentato.
Dante, Sommo Poeta! Che sofferenza vederti violentato e abusato in tale bassezza. Mentre leggevo, mi risuonavano nella mente i versi de L’alluvione di Marasco:
Dante di marmo,
poeta divino,
mira sdegnato
l’immane casino
e pensavo al volto accigliato di Dante in Santa Croce…
… e pensavo che sarebbe stata proprio questa la faccia di Dante davanti a questo romanzo…
Ultimo appunto: la tana di hobbit. Sono un’amante di Tolkien e credo che anche lui di offenderebbe leggendo questo libro. Tolkien non sarebbe stato per niente d’accordo nell’accostare un fatiscente appartamento da studentessa universitaria spiantata con un’abitazione hobbit. Incipit de Lo Hobbit:
In una caverna sotto terra viveva uno Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.
Niente a che vedere con l’appartamento dove vive Julia. A proposito di citazioni a vanvera…