Buon lunedì, prodi seguaci!🎄

Un altro anno sta per finire e, visto che Natale si avvicina e siamo tuttə più buonə, è arrivato il momento di scegliere dal mucchio due libri che parlano di una categoria di persone poche amate e/o rispettate nel nostro Paese. Lo so che l’elenco è bello lungo, ma quest’anno ho pensato di tirare fuori due libri sul popolo romanì in Italia.

Non so voi, ma ho delle serie difficoltà a pensare a una sola volta in cui il racconto che si è fatto di queste persone non riguardasse la criminalità, condizioni di vita disumane e quel becero razzismo che le pone come esempio negativo di qualsiasi nefandezza.

Quindi per questo Natale andiamo a ribaltare i luoghi comuni e a imparare qualcosa di nuovo!

Divisore rosso, due rami incrociati

Il primo libro pigliato è Rom, genti libere di Santino Spinelli, che ho preso totalmente a caso in libreria, e spero possa essere una specie di popolazioni romanì for dummies. Spinelli – che forse conoscete con il suo nome d’arte, Alexian – sembra aver fatto così tante cose da aver vissuto dieci vite, ma è anche molto attivo per quanto riguarda la storia, la cultura e i diritti delle popolazioni romanì in Italia e in Europa.

Copertina di Rom, genti libere. Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto di Santino Spinelli: la copertina è rossa con un motivo floreale in stile araldico , anch'esso rosso e riempito con puntini rossi più scuri. Al centro, c'è una circonferenza grigia che riporta il titolo.

Descrizione: Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate. Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come sinonimo di “zingari”, mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi etnici (oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione romanì. Per la prima volta, uno studioso Rom italiano ci offre una storia complessiva di questo popolo, dalle migrazioni originarie alla situazione contemporanea, abbracciandone la cultura e i valori sociali, le espressioni artistiche, fino alle organizzazioni politiche. Questo racconto ci restituisce l’identità “invisibile” dei Rom, l’evoluzione di tradizioni e valori millenari tramandati nella quotidianità: un’identità ignorata dagli stereotipi dei campi nomadi che trasformano gli errori di pochi in colpa collettiva; relegata nel ghetto della povertà ed esclusione sociale dalle stesse associazioni di pseudo-volontariato; annientata, infine, dall’attuale politica di assimilazione attraverso la Romfobia. Appartengono alla popolazione romanì celebri attori come Michael Caine, Bob Hoskins, Yul Brynner, Rita Hayworth, il calciatore Michael Ballack, professori di prestigiose università, persino un Premio Nobel, un Principe, un Presidente della Repubblica e un Beato. Prefazione di Moni Ovadia.

Divisore rosso, due rami incrociati

Il secondo libro pigliato è Il femminismo delle zingare di Laura Corradi perché se non riusciamo a dare dignità umana alle popolazioni romanì, figuriamoci se possiamo associarle al femminismo! E invece, il femminismo se ne frega e arriva dovunque. Tiè!

Copertina di Il femminismo delle zingare. Intersezionalità, alleanze, attivismo di genere e queer di Laura Corradi: la copertina è totalmente nera.

Descrizione: Laura Corradi affronta un fenomeno sociale poco conosciuto in Europa e quasi inesistente in Italia: il femminismo delle donne rom, gitane e traveller. Le zingare appartengono alla più grande minoranza d’Europa, perseguitata nel passato ma anche nel presente. L’attenzione dell’autrice è posta sulle soggettività che producono saperi e lotte contro il sessismo, il classismo, la rom-fobia, le forme di anti-zingarismo sociale e istituzionale – che non accennano a diminuire –, puntando al rispetto culturale nel superamento di patriarcato e omofobia nelle comunità. Il volume offre una brillante analisi delle ricerche sociologiche recenti che documentano diverse forme di oppressione multipla, ma anche agency politica e attivismo di genere in queste comunità nei vari paesi europei.
Il femminismo delle zingare prende in considerazione il punto di vista e le sfide delle attiviste zingare come protagoniste attive della narrazione di una storia non ancora raccontata.

Divisore rosso, due rami incrociati

E questo è quanto: conoscevate questi due libri? O ne avete altri da consigliarmi sul popolo romanì? O magari delle belle storie che escono dai soliti stereotipi? Ditemi nei commenti!

A presto!⛄

3 risposte a “PdM 2025: il piglio di dicembre”

  1. Non conoscevo nessuno di questi due libri, ma so chi è Santino Spinelli. Sui rom è necessario saper superare gli stereotipi e non demonizzare questo popolo che è sempre stato discriminato e marginalizzato. Alcune scelte di vita di una parte dei rom sono discutibili, è vero, ma come diceva De André, sono l’unico popolo che non ha mai fatto una guerra!

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    1. Oh be’, ma dal fare scelte discutibili mi sembra che non se ne salvi nessuno: chi è senza peccato scagli la prima pietra!

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