
Descrizione: Cosa significa lottare ogni giorno per sopravvivere in quella landa desolata che è diventata Gaza? Shrouq Aila, giornalista pluripremiata, madre e vedova, ce lo racconta attraverso la sua storia, quella di una donna che cerca di crescere una figlia da sola, nella morsa della carestia e sotto il fuoco degli incessanti bombardamenti israeliani. Con l’urgenza di un disperato appello e la forza disarmante di chi mantiene intatta la propria lucidità nell’epicentro dell’orrore, Shrouq ripercorre l’uccisione del marito, la distruzione della sua casa, le continue fughe e i rifugi provvisori, i tentativi di proteggere e nutrire sua figlia, l’angoscia di non poter rispondere alle sue domande né colmare le sue paure. Nelle parole di Shrouq, la tragedia del genocidio perde l’astrattezza della cronaca e diviene carne, volto, respiro. Ma Hanno ucciso habibi è anche la testimonianza della resilienza umana e del coraggio di un popolo la cui determinazione a ricostruire il proprio futuro sulle macerie rimane incrollabile. Un libro che ci conduce nel cuore di tenebra del nostro mondo, impedendoci di distogliere lo sguardo e insegnandoci cosa vuol dire amare.
In segno di solidarietà e supporto al popolo palestinese, l’intera filiera della produzione editoriale, dai redattori ai traduttori, dai designer grafici agli stampatori, ha partecipato alla realizzazione di questo libro a titolo gratuito. I proventi delle vendite, compresi i diritti internazionali, saranno interamente devoluti all’autrice Shrouq Aila.

Vista la natura del libro, questa non è una recensione, ma più un modo per dirvi che questo libro esiste e che chi ci ha lavorato ha accettato di devolvere i proventi delle vendite all’autrice, che vive a Gaza con la figlia.
Non è una recensione perché non c’è niente che io possa dire, niente che non sia già stato detto da Aila e da tutte le persone palestinesi che ci hanno mostrato e raccontato questo genocidio in diretta. Niente che non sia già stato dimostrato a dispetto dei tentativi di sviare il discorso, avvelenare la verità e minimizzare il dolore di milioni di persone. Non so se esiterà una fossa abbastanza profonda dove potranno nascondersi quando la storia verrà a rendere loro conto di quello che hanno fatto e di quello che hanno detto.
Io credo nella terapia. Abbiamo tutti bisogno di guarire. Abbiamo tutti bisogno di cure. Abbiamo tutti bisogno di tornare a essere trattati come esseri umani. Ma a cosa serve una seduta di terapia se intorno a te non cambia nulla?




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