
Descrizione: Ogni martedì sera un gruppo di amici si ritrova a casa di Jane Marple per discutere di vecchi misteri irrisolti: una macchia di sangue sparita; un ladro che ha commesso due volte lo stesso delitto; il misterioso messaggio lasciato sul letto di morte da un uomo avvelenato; il testamento invisibile o l’inquietante premonizione di un’indovina riguardante un geranio azzurro… Dotata di un intuito straordinario e di una profonda conoscenza della natura umana, Miss Marple risolve questioni di ricatti, furti e omicidi con la stessa naturalezza con cui sferruzza, pota una siepe del suo giardino o sorseggia una tazza di tè.

Nel mio viaggio estivo di conoscenza dei lavori di Agatha Christie non poteva mancare Miss Marple: come primo approccio non sono rimasta troppo impressionata. Come nel primo romanzo dedicato a Poirot, anche qui la penna di Christie non mi è sembrata all’altezza del suo talento: evidentemente doveva ancora prendere le misure del suo personaggio.
Miss Marple non mi è sembrata un mostro di simpatia: piuttosto saccente, di quelle che aspettano che tuttə abbiano detto la loro e poi – sdeng! – calano l’asso nella manica, prendendola pure alla larga! È proprio una di quelle vecchie comari che popolano la provincia, quelle che siedono tutte insieme, ti salutano amabilmente quando passi loro lavanti e poi spettegolano a tutta randa. Non sono sicura di apprezzare il genere – almeno per qualche altro decennio.
La scusa che dà il via a questa raccolta di storie è un gioco che sa molto di provincia annoiata: giochiamo a risolvere misteri! E in questo gioco non c’è trippa per gatti, né per il commissario, né per il pastore, non per l’avvocato e nemmeno per lo scrittore, la pittrice o il dottore: è Miss Marple, che ha una conoscenza enciclopedica dei fatti (e dei pettegolezzi) della provincia, ad avere il database mentale di casi umani più vasto dal quale attingere per fare le sue ipotesi. O forse è meglio dire, per spiegare i fatti.
Non tutti i racconti mi sono sembrati ben riusciti allo stesso modo (il primo, per esempio, mi ha indotto a chiedermi se in epoca vittoriana facessero sempre le torte con i cosini di zucchero candito sopra), ma nondimeno è stata una lettura estiva piacevole e capisco perfettamente perché vada forte in questa stagione.




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