Buon lunedì, prodi seguaci!🦄
Il 20 settembre cade l’anniversario della Presa di Roma, quando nel 1870 il Regno d’Italia è andato a prendersi la sua capitale, mettendo fine al potere temporale dei papi (in teoria, almeno: sappiamo benissimo quanto alla Chiesa piaccia immischiarsi nella politica). Fino al 1930 è stato un giorno di festa; poi il fascismo ce lo ha portato via e, dopo la caduta del regime, a nessunə è parso il caso di ripristinarlo.
Tutta questa premessa per dirvi che il filo rosso di questo piglio sarà la fede. Cosa c’entra con la Presa di Roma? Praticamente nulla, ma il mio cervello ha fatto questo volo pindarico e volevo rendervene partecipi.

Il primo libro pigliato è Nati per credere: Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin di Vittorio Girotto, Telmo Pievani e Giorgio Vallortigara: quando psicologo cognitivo, un filosofo della scienza e un neuroscienziato si incontrano non danno inizio a una barzelletta, ma a un libro che ci spiega perché il creazionismo e altre credenze dimostrate come false vadano ancora forte tra i membri della nostra specie.

Descrizione: La teoria darwiniana dell’evoluzione rappresenta uno dei maggiori successi scientifici di ogni tempo; eppure molte persone che non si occupano di scienza a livello professionale la rifiutano e mostrano invece di credere in varie forme di creazionismo. Sembra, come ha osservato Richard Dawkins, che il nostro cervello sia stato specificamente “progettato” per fraintendere il darwinismo e che l’ipotesi di una “mente creatrice superiore” sia per l’uomo più attraente e naturale. In questo volume uno psicologo cognitivo, un filosofo della scienza e un neuroscienziato intrecciano le proprie riflessioni e le proprie esperienze di ricerca per offrire al lettore una tesi affascinante: il meccanismo evolutivo ha fatto sì che credere nel sovrannaturale sia diventato una parte integrante dei nostri normali processi cognitivi. La mente umana si è infatti evoluta, in virtù del meccanismo della selezione naturale, per pensare in termini di obiettivi e di intenzioni, un adattamento biologico importantissimo per un animale sociale come l’uomo.

Il secondo libro pigliato è Credere altrimenti di Salvo Vaccaro, che ha attirato la mia attenzione perché è inconsueto trovare un libro che parla di fede non religiosa e/o superstiziosa e sono proprio curiosa di sapere dove andrà a parare.

Descrizione: Cosa significa credere fortemente in qualcosa? Alcune credenze, come la fede, sono dogmatiche e inconfutabili, altre, come le superstizioni, sono irrazionali e altrettanto inconfutabili. Gli autori dei saggi qui raccolti lanciano una sfida e ribaltano la prospettiva: è possibile credere altrimenti? È possibile intravedere forme di credenza che oltrepassino la fede e la superstizione, come se si potesse individuare una base oggettiva a partire dalla quale fondarne la validità? Se da un lato la storia fornisce innumerevoli esempi di credenze non classificabili come religiose o irrazionali, dall’altro diventa legittimo chiedersi che tipo di statuto queste credenze possiedano. La risposta è rintracciabile in un particolare ethos politico che, lungi dal porsi come imperativo morale e normativo valido in assoluto, si presenta come convincimento singolare, ossia individuale e collettivo insieme. Credere senza fede è dunque non solo possibile ma intrinseco alla condizione umana.

Eccoci qua: visto niente di interessante? Spero di sì! Immagino che almeno il nome di Telmo Pievani potrebbe esservi familiare se frequentate il CICAP.
A presto!🐢


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