
Descrizione: Dodici tra i racconti preferiti da Agatha Christie all’interno della sua vasta produzione. Dodici miniature di altrettanti drammi umani ai quali assistono due insoliti spettatori: l’anziano signor Sattertwaithe, pigro, ma osservatore attento e curioso della vita che gli si svolge attorno, e il suo misterioso amico Harley Quin, a metà fra il personaggio in carne e ossa e l’apparizione spettrale. Grazie all’intervento quasi soprannaturale di Quin, e al suo potere di far capire alle persone la vera essenza delle cose che hanno visto e sentito, Sattertwaithe riesce a venire a capo di molti casi apparentemente insolubili.

A volte in letteratura accadono cose strane e inaspettate, di quelle che, nelle scuole di scrittura, sicuramente insegneranno a evitare per non correre rischi: la possibilità che un personaggio del quale una scrittrice non sapeva bene cosa fare diventi così intrigante da reggere da solo una raccolta di racconti di per sé non entusiasmante.
Il signor Quin è davvero una bella idea: un uomo misterioso che compare e scompare solo quando il suo amico – se si amicizia si può parlare – Sattertwaithe si trova davanti a un caso da risolvere. Un vero e proprio deus ex machina, che arriva solo per indirizzare Sattertwaithe verso il filo giusto da tirare per sbrogliare la matassa, per poi andarsene senza lasciare traccia. Un espediente da teatro classico, rafforzato dalla posizione di spettatore di succosi drammi della vita quale si definisce Sattertwaithe e dalla presentazione dei personaggi e del loro ruolo in apertura di ogni racconto.
Tutto meraviglioso se non fosse che la naturale evoluzione di un personaggio come il signor Quin fosse il rivelarlo come una creatura sovrannaturale dalle tinte diaboliche. Agatha Christie gioca molto con la sua (possibile) natura ultraterrena e in alcuni racconti sembra quasi pronta a virare verso il fantastico; eppure alla fine non supera mai quel confine. Il che può risultare molto frustrante per moltə lettorə, ma secondo me ha finito per dare una sfumatura tutta particolare al signor Quin: è il tipo di ambiguità che oggi darebbe la stura a un milione di fanfiction.
Quindi riesco a capire chi dice che è una raccolta malriuscita: a livello strettamente tecnico ha ragione. Ma la lettrice che è in me non vuole sentire ragioni: fanculo la tecnica. Ce ne fossero di incertezze di questo tipo! Lunga vita ai personaggi involontariamente liminali!




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