
Descrizione: Una grande pietra blu viene scoperta nella foresta e tagliata a metà. Una delle due metà parte per un lungo viaggio: diventerà via via la statua di un elefante, una rovina sul fondo del mare, il sasso nel muro di una prigione, il ciondolo di una collana pegno d’amore… Una struggente nostalgia accompagna il suo viaggio, il bisogno di tornare a casa, di essere riunita alla sua metà nella foresta. Con illustrazioni mozzafiato e una storia di rara forza evocativa, Jimmy Liao ha creato un picture book che parla di amore, perdita, trasformazione, nostalgia, ma anche una potente metafora sulle ferite inferte alla natura. Età di lettura: da 7 anni.

È indubbio che La pietra blu sia un libro estremamente poetico ed evocativo: la manciata di parole che accompagna ogni illustrazione dipana una storia che si rivolge più al nostro lato emotivo che a quello razionale. Difficile rimanere indifferenti a questo genere di sollecitazione e Liao è decisamente molto talentuoso.
Tuttavia questa storia mi ha lasciato più perplessa che commossa. La mia perplessità nasce dall’idea che per tutto il libro abbiamo la nostra pietra blu protagonista che prova nostalgia per la sua metà da cui è stata brutalmente separata e alla quale desidera riunirsi nell’idillio che era la sua situazione di partenza. Niente di quanto le accadrà dal momento della separazione – le trasformazioni, gli incontri, le esperienze – cambieranno il suo anelito di casa.
Ora, si tratta ovviamente di un sentimento umano e comprensibile ed è possibile che mai come in questo momento storico – quando la nostalgia sembra attraversarci e attraversare una fetta notevole della cultura che ci circonda – ne possiamo cogliere la suggestione, ma a me ha messo addosso una gran tristezza. Non tanto per le vicissitudini della povera pietra blu dimezzata, ma per il suo rimanere statica nonostante tutto.
Se da un lato, infatti, ho empatizzato con il fatto che la pietra blu volesse tornare alla casa dalla quale era stata strappata, dall’altro ho trovato tanto triste che nessuna delle sue peripezie influisca in alcun modo sul suo essere. La pietra blu perde solo pezzi di sé vivendo e non sembra far tesoro di nessuna delle sue esperienze: è solo contenta quando tutto finisce. È un po’ come se ti dicesse che è meglio non vivere perché il cambiamento, intrinseco alla vita, è sempre sbagliato. Molto triste.




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