Copertina di Le dieci leggi del potere. Requiem per il sogno americano di Noam Chomsky: riporta una foto del suo volto (è un uomo bianco anziano, con gli occhiali).

Noam Chomsky dedica un libro alla natura e alle conseguenze tragiche della diseguaglianza, svelando i dogmi fondamentali del neoliberismo e gettando così uno sguardo sul funzionamento del potere a livello globale. Quali sono le leggi che governano la concentrazione della ricchezza e del potere negli Stati Uniti come in tutto il mondo infestato dal turbocapitalismo? Ridurre la democrazia, scaricare i costi sui poveri e sulla classe media, distruggere la solidarietà fra le persone, manipolare le elezioni, usare la paura e il potere dello Stato per tenere a bada la “plebaglia”… Dieci principi – trattati in altrettanti capitoli – che, se non sapremo reagire, porteranno alla catastrofe ambientale e alla guerra nucleare globale. Questo libro dà seguito, ampliandone i contenuti con la collaborazione dei tre registi, al documentario “Requiem for the American Dream” (2015). Il risultato è una mappa concettuale per comprendere il funzionamento del mondo di oggi e un monito all’azione collettiva e, se necessario, alla rivolta: solo una rete di movimenti dal basso può contrastare lo strapotere economico delle élite.

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Siccome si rimprovera sempre alla sinistra di essere troppo intellettuale e alla politica e all’economia di essere troppo noiose, consigliare Le dieci leggi del potere permette di prendere due piccioni con una fava. Si tratta di un libro di agile lettura, con capitoli brevi che finiscono in fretta come una ciotola di ciliegie, con la sola differenza di provocare una certa rabbia.

Chomsky è chirurgico nell’indicare le dieci leggi che secondo lui guidano il potere nel mantenere e nell’accrescere i suoi privilegi e la sua influenza in un sistema neoliberista quale è il nostro: non ci sono discorsi difficili o principi oscuri, perché, a meno che non facciate parte della minoranza danarosa del mondo, avete sentito sulla vostra pelle la violenza politica ed economica dei nostri tempi. Le parole di Chomsky vi risulteranno abbastanza familiari da farvi chiedere perché questi temi non sono al centro del nostro dibattito pubblico (spoiler: principio n° 2, plasmare l’ideologia) e farvi incazzare di conseguenza. Non tutta la rabbia viene per nuocere, però, e sono abbastanza sicura che leggere un elenco così chiaro possa essere benefico per tuttə coloro che sentono quell’uggia indistinta per la gestione economica e politica italiana ed europea: ovviamente Chomsky scrive degli USA, perché è lì che vive, ma sono sicura che la sua analisi vi suonerà familiare comunque.

Se poi vi venisse voglia di approfondire ogni legge, Chomsky ha lasciato scritto un elenco di fonti da consultare dopo ogni capitolo e ha cercato di farlo in modo che chiunque possa sentirsi in grado di aprire il browser e cercare la fonte in questione per controllare che l’autore dicesse il vero. Si vede che è uno che ha dimestichezza con le parole e penso che ci sia molto da imparare dalla sua capacità di essere semplice senza essere superficiale.

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Valutazione del libro: quattro stelline gialle

7 risposte a “Le dieci leggi del potere di Noam Chomsky”

  1. Mi ritorna in mente l’esame di linguistica generale della triennale a sentir parlare di Chomsky. Non sono mai andata d’accordo con nessuno degli esami di quella branca, quindi nemmeno filologia o altro, però le materie in sè erano interessati.

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    1. Eh immagino che in linguistica non si possa non incontrare Chomsky. Qui però non parla di linguistica, quindi dovresti essere al sicuro dai brutti ricordi universitari!💚

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      1. Ah ma figurati, l’ho scritto con una buona dose di ironia perchè il collegamento è scontato. Questo testo sembra interessante, vedrò se leggerlo.

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  2. Sembra proprio una lettura indispensabile, mi ispira molto anche per le parole positive con cui hai descritto la sua scrittura. Forse è arrivato anche per me il momento di rincontrarci dopo l’università!

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    1. Magari indispensabile no, ma da farci un pensierino se non hai familiarità con l’argomento e non sapresti bene da dove iniziare ad affrontarlo.

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  3. Grande punto di riferimento per chi vuole mantenere una visione critica sulle cose!

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    1. E soprattutto uno sguardo critico che, potenzialmente, può arrivare a chiunque.

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