Buon mercoledì, prodi seguaci.

Oggi è il Transgender Day of Remembrance, la giornata che ricorda le persone trans e gender diverse uccise a causa di crimini d’odio.

Come ogni anni, in questo periodo il TGEU, un’organizzazione no-profit per i diritti e il benessere delle persone trans in Europa e in Asia centrale, pubblica l’aggiornamento annuale del suo progetto globale Trans Murder Monitoring, che monitora gli omicidi di persone trans e di gender diverse a livello globale, documentando i casi dal 2008.

350 sono gli omicidi segnalati di persone trans e gender diverse tra il 1° ottobre 2023 e il 30 settembre 2024. Si tratta di un incremento significativo rispetto all’anno precedente, quando erano stati segnalati 321 omicidi. Questo dato conferma quanto affermato dalla comunità trans: la violenza transfobica sta aumentando, favorita da un crescente incitamento all’odio nei confronti delle persone trans. Il numero di omicidi segnala quest’anno è uno dei più alti registrati da quando il progetto Trans Murder Monitoring ha iniziato a raccogliere i dati nel 2008.

Coerentemente con quanto registrato in precedenza, l’America Latina e i Caraibi rimangono le aree con il maggior numero di omicidi anche quest’anno, rappresentando il 70% degli omicidi totali di persone trans. I dati continuano a indicare tendenze preoccupanti per quanto riguarda le intersezioni di misoginia, razzismo, xenofobia e puttanofobia. La maggior parte delle vittime sono donne nere trans e lavoratorə del sesso trans.

I dati mostrano che:

  • 350 sono gli omicidi segnalati di persone trans e gender diverse tra il 1° ottobre 2023 e il 30 settembre 2024.
  • Quest’anno il numero totale di omicidi segnalati da quando il TGEU ha iniziato il monitoraggio nel 2008 ha superato i 5.000 casi.
  • In linea con gli anni precedenti, il 94% dei casi sono femminicidi, cioè le vittime sono donne trans o persone transfem.
  • Ə lavoratorə del sesso rimangono il gruppo più colpito tra tutte le professioni conosciute. Tuttavia, la percentuale di lavoratorə del sesso tra le vittime (46%) è al livello più basso dall’inizio del monitoraggio (2016: 62%; 2008: 84%).
  • Il 93% degli omicidi segnalati riguardava persone trans nere o razzializzate, con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno.
  • Un terzo delle vittime aveva un’età compresa tra i 31 e i 40 anni, mentre un quarto aveva un’età compresa tra i 19 e i 25 anni.
  • Tra le vittime ci sono anche 15 giovani trans con meno di 18 anni (quasi il 6% del totale).
  • Quasi tre quarti (73%) di tutti gli omicidi segnalati sono stati commessi in America Latina e nei Caraibi. Per il 17° anno consecutivo, il Brasile è il Paese con più casi (il 30% del totale).
  • In Africa sono stati registrati 9 casi, più del doppio rispetto al massimo mai registrato da quando vengono raccolti i dati (quattro nel 2012).
  • Il numero di casi in Europa si è dimezzato rispetto all’anno precedente (2024: 8; 2023: 16); mentre i casi negli Stati Uniti sono aumentati (2024: 41; 2023: 31).
  • Quasi la metà degli omicidi segnalati (46%) è avvenuto durante una sparatoria. Più di un quarto (34%) è avvenuto in strada e quasi un quarto (22%) a casa della vittima.

Queste cifre offrono solo una piccola panoramica della situazione reale. Molti casi non vengono denunciati o vengono denunciati in modo errato a causa del misgendering, e quelli che effettivamente vengono denunciati spesso ricevono un’attenzione minima. Inoltre, questa attenzione spesso differisce da come le vittime avrebbe voluto essere viste e raccontate.

Sebbene la consapevolezza delle sfide affrontate dalle persone trans e dell’emarginazione delle comunità trans a livello globale stia aumentando, la violenza contro le persone trans persiste. Il totale di quest’anno è il terzo più alto numero di omicidi segnalati da quando il monitoraggio è iniziato nel 2008, eguagliando il totale del 2020. Il numero di omicidi segnalati è stato più alto solo nel 2021 (375) e del 2017 (369).

I dati del Trans Murder Monitoring non comprendono tutti i casi segnalati a livello globale, poiché non tutte le vittime trans e gender diverse sono riconosciute come tali nei certificati di morte. Di conseguenza, queste cifre devono essere valutate all’interno degli specifici contesti sociali, politici, economici e storici in cui si verificano.

L’elevato numero omicidi registrati in America Latina e nei Caraibi è in parte dovuto alla presenza di sistemi di monitoraggio ben consolidati. La maggior parte dei dati proviene da Paesi con solide reti di organizzazioni trans e LGBTI che si occupano del monitoraggio. Tuttavia, questo non è il caso di molti altri Paesi. Pertanto, è probabile che siano state uccise più persone trans di quanto il Trans Murder Monitoring Project abbia rilevato. Quest’anno, per la prima volta nella storia del Trans Murder Monitoring, sono stati registrati casi in Burkina Faso, Costa d’Avorio, Namibia, Nigeria e Siria.

Una delle vittime è stata uccisa nel nostro Paese: si chiamava Lucero Rodríguez Valdivia.

Se volete leggere gli altri nomi e qualche altro dettaglio (compreso il motivo della morte) per dedicare loro un pensiero, potete trovare l’elenco a questo link.

Fonte: TGEU
Fediverse Reactions

4 risposte a “#TDOR 2024: 350 omicidi segnalati di persone trans e gender diverse”

  1. Effettivamente i dati non sono affatto positivi e in generale la diffusione di odio verso le persone trans sta aumentando ed è fin troppo evidente. Una cosa che mi rattrista molto.

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    1. Quest’ondata di odio crescente è spaventosa.

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