Copertina di Jerry Junior di Jean Webster: raffigura un motivo floreale, con fiori, foglioline e rametti.

Jerymn Hilliard Junior è un ricco scapolo americano in vacanza a Valedolmo, deliziosa cittadina affacciata sul Lago di Garda. Immerso nella tranquillità del luogo, tutta quella pace ben presto lo annoia: in attesa che la sua famiglia lo raggiunga all’Hotel du Lac, non ha niente da fare e nessuno con cui conversare; l’unica eccezione è rappresentata da Gustavo, un cameriere simpatico e premuroso che, tuttavia, parla un inglese tutt’altro che perfetto. Ma la vacanza prende una svolta inaspettata quando sulla scena appare la bellissima Constance Wilder, una ragazza americana in villeggiatura con il padre. Per attirare la sua attenzione e corteggiarla, Jerry elabora un bizzarro piano in cui veste i panni di una pittoresca guida alpina di nome Tony, dando vita a una commedia degli equivoci romantica e divertente. “Jerry Junior” apparve inizialmente a puntate, a partire dal maggio del 1906, sulle note riviste americane “Lady’s Home Journal” e “Woman’s Home Companion”, per poi essere pubblicato in forma di libro nell’aprile del 1907. Questa ne rappresenta la prima traduzione italiana, integrale e annotata.

Divisore

Sarò brutale: io questo romanzo non l’ho capito. E non nel senso che non ne ho capito lo sviluppo: non ho proprio capito perché esiste. Non capisco come Webster abbia pensato che fosse un’idea simpatica che un baldo giovine statunitense fingesse di essere una guida italiana (sapendo appena tre frasi in croce in italiano) per poter accompagnare in montagna una bella signorina statunitense (che invece sa molto bene l’italiano). Il tutto dopo che si erano già incontratə, facendo sì che il baldo giovine si scolpisse nella mente della bella signorina, che infatti lo riconosce subito.

Quindi hanno inizio pagine e pagine di botta e risposta tra questə due che ho trovato così divertenti e appassionanti che speravo che almeno unə deə due finisse in un crepaccio. Ci andiamo pure vicino ed è stato l’unico momento in cui mi sono emozionata. Non riesco nemmeno a prenderlo sul serio come commedia degli equivoci perché non so proprio come lui potesse aspettarsi di non essere riconosciuto: alla fine più che un equivoco sembra un’idea infantile.

L’unico aspetto che mi è piaciuto è stata l’ironia con la quale Webster sipinge ə turistə statunitensi che arrivavano in Italia e si aspettavano di trovare cartoline pittoresche e non un Paese con i suoi usi e costumi. È evidente che il turismo becero viene da lontano e la sua attuale gravità dipende solo dall’aumento della massa di persone in movimento.

Infine, devo fare una menzione d’onore per Gustavo, che da bravo stereotipo dell’italiano farebbe qualsiasi cosa per spillare soldi a questə turistə, ma non mi sento proprio di biasimarlo. A costo di sembrare Wanna Marchi, direi che il suo è l’unico modo per dare un senso alla situazione totalmente assurda che si ritrova suo malgrado a gestire…

Divisore
Valutazione del libro: due stelline gialle

12 risposte a “Jerry Junior di Jean Webster”

  1. Il libro sarà inutile ma la tua recensione mi ha fatto sorridere!

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    1. Ahahah, meno male!😊

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  2. Sono rimasta sorpresa del fatto che sia stato scritto nel 1906. Da come ne hai parlato mi sembrava una di quelle storielle moderne scritte male da qualche aspirante scrittrice. Recensione simpatica 😊

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    1. Evidentemente anche le storielle hanno una lunga tradizione!😂

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  3. Un turista che si finge una guida in montagna? Più che il preludio di una storia romantica sembra la presentazione di un podcast di Pablo Trincia 😂

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    1. Ma infatti finché il gruppo è guidato anche da una guida vera, tutto bene; dal momento in cui c’è solo la guida finta quasi ci lasciano le penne. Almeno questo è realistico! 😅

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  4. Della stessa autrice avevo letto il famoso “Papà gambalunga”, che ai tempi avevo anche gradito, mentre a ripensarci adesso mi disturba un po’.

    La trama di quest’altro romanzo invece è a dir poco peculiare, uno di quegli escamotage forzati ideati per creare situazioni comiche che poi non lo sono affatto. Ma questo Jerry non avrebbe colpito di più presentandosi come connazionale di Constance e basta? 😂

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    1. Ma infatti questo è un suo romanzo minore (molto, molto minore).
      Avrebbe avuto molto più senso se l’incontro di persona non fosse avvenuto e si conoscessero solo di fama, per qualche motivo: così boh, non si capisce bene il motivo di questo “equivoco”.

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  5. Anche Papà Gambalunga si basa su un equivoco relativo all’identità del protagonista… io l’ho letto quando ero una ragazzina e allora lo adorai!

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    1. Non l’ho mai letto: questo tipo di equivoco dovevo proprio piacere a Webster!

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      1. In effetti è un espediente narrativo di sicuro successo! Quanto al libro, ripeto, l’ho letto a quattordici o quindici anni e lo adorai per molte ragioni: era divertente, appassionante e anche sentimentale, poi io ho sempre avuto un debole per l’agnizione, cioè per il momento in cui la vera identità di una persona viene rivelata; oggi lo trovo paternalistico, con un’impostazione del rapporto tra un uomo, inizialmente benefattore, poi innamorato e futuro marito della sua protetta, abbastanza discutibile, ma… erano altri tempi e pure io avevo un’altra età!

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      2. Vero, ma penso sia difficile trovare una persona che non abbia letto e apprezzato cose “discutibili” da giovane: non sono neanche sicura che sia un male, alla fine è indice di cambiamento, personale e sociale.

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Scrivi una risposta a Monique Namie Cancella risposta

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