Buon venerdì, prodi seguaci!♾️
Visto che è passato un po’ di tempo dall’ultima volta e settembre è il mese in cui ricomincia la scuola, ho pensato di pigliare due libri che parlano di matematica, materia così odiata perché – a mio modesto parere – così male insegnata. Quindi se anche voi odiate la matematica, vi invito a superare il vostro astio con un buon libro.

Il primo libro pigliato è Infinitamente piccoli di Amir Alexander ed è un libro di storia della matematica: racconta di come il concetto di infinitesimo, numeri infinitamente piccoli che si avvicinano allo zero più di qualunque altro numero reale (che sono quelli familiari e rassicuranti tipo -2, -1, 0, 1, 2), abbia buttato giù l’idea di un mondo governato da leggi matematiche esatte e con lui l’idea di un ordine naturale fisso e immutabile nel tempo. Suona già più interessante questa matematica, no?

Il 10 agosto 1632 cinque padri gesuiti si riunirono in un austero palazzo di Roma per censurare, perché considerata sovversiva, un’affermazione apparentemente innocua che avrebbe gettato le basi della matematica moderna: una linea continua è composta da punti infinitamente piccoli. Ma non si trattava solo di speculazione teorica. In ballo c’era molto di più: il concetto di infinitesimo metteva in discussione l’idea del mondo come luogo razionale e governato da leggi matematiche esatte, e con essa il dogma di un ordine naturale, politico e sociale immutabile. Amir Alexander ci racconta la storia di una lotta, combattuta dalla Germania all’Inghilterra, dalla Roma papale alle stanze della royal society, che vide schierati da un lato i difensori dell’autorità costituita, disposta a tutto pur di mantenere salda l’ortodossia, e dall’altro i promotori di un’epoca di Iibertà intellettuale e progresso scientifico.

Il secondo libro pigliato è Storia dei simboli matematici di Joseph Mazur, che, a dispetto del titolo, sembra più un libro sulla filosofia dei simboli matematici. Mi incuriosisce molto perché sono simboli (al di là del loro uso matematico) di cui so poco o niente, per cui ho proprio voglia di approfondire.

La storia dei numeri e dei simboli matematici accompagna e incrementa l’arco della vicenda umana. È una saga epica, costruita dalla specie attraverso crolli di intere civiltà e progressi che sarebbero leggendari, se non fossero documentati. Con gli operatori matematici il genere umano solca i cieli e si avventura nello spazio cosmico, e allo stesso modo affronta il quotidiano sul pianeta. Joseph Mazur attraversa una storia di storie che lascia affascinati: dalla fondazione dei numeri su tavolette a scrittura cuneiforme a Babilonia quattro millenni or sono, all’invenzione dello “zero” nell’India arcaica, per arrivare alla rivoluzione europea, passando attraverso culture perdute come quelle inca e maya. Matematici, filosofi, mercanti, maghi – una folla sterminata contribuisce a un ciclo mitico che ha per protagonisti la somma, la sottrazione, la moltiplicazione, la divisione, l’identità, le radici quadrate, il pi greco, le potenze. La forza dei simboli, liberati nella storia universale, muta la comprensione del mondo e la percezione dello spazio e del tempo – e proprio su questi aspetti, in cui si intrecciano mente e realtà, l’analisi di Mazur risulta capace di svelare associazioni e labirinti inconsci con cui viviamo la realtà d’ogni giorno.

Eccoci qua: spero di avervi incuriosito almeno un po’ perché dobbiamo proprio togliere alla matematica questa brutta fama. Fatemi sapere se state leggendo qualcosa di interessante in questo caldissimo inizio di settembre che ci fa vedere l’autunno ancora molto lontano.
A presto!📝


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