Buon lunedì, prodi seguaci!🦔

Questo fine settimana ho finito di leggere Uomini normali di Cristina Oddone, un libro che si interroga su cosa passa per la testa degli uomini violenti contro le loro compagne e cerca di dare delle risposte tramite gli studi e una ricerca etnografica fatta nel Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti di Firenze.

Da queste testimonianze, gli atti di violenza contro le donne nelle relazioni d’intimità sembrano usanze culturalmente accettate e condivise, piuttosto che pratiche devianti, reati o violazioni dei diritti umani. Attraverso le opinioni degli altri, gli uomini riferiscono di trovare conferma al proprio vittimismo, alla normalizzazione della violenza e alla legittima necessità di disciplinare i comportamenti “della propria donna”, indipendentemente dai mezzi impiegati per farlo. In tal modo i maltrattanti avvalorano indirettamente la gerarchia di potere tra uomini e donne e l’uso strumentale della violenza come tecnica disciplinare o come strategia per il mantenimento dell’ordine patriarcale. Tale percezione sembra trovare fondamento in una misoginia vivace e diffusa, secondo cui le donne – e in particolare le donne che sfuggono alle ingiunzioni di genere eteronormative – sono soggetti pericolosi per sé e per gli altri, da proteggere o da “tenere a bada”. Se da un lato l’eteronormatività assicura il perpetuarsi di un ordine binario, secondo cui uomini e donne sono entità distinte ma complementari – come lo sono razionalità ed emotività, mente e corpo, soggetto e oggetto – dall’altro essa agisce producendo differenze e gerarchie morali tra le condotte femminili considerate legittime e quelle illegittime.

In tal senso la famiglia eterosessuale è un campo particolarmente rilevante per indagare la percezione che gli uomini hanno di sé e delle relazioni reciproche con gli altri membri del nucleo familiare. Dalle loro testimonianze, la temporalità della vita in famiglia sembra scandita dai momenti in cui il marito-padre è a casa: l’arrivo dopo il lavoro, la cena, il fine-settimana. Su queste circostanze si riversano le attese maschili rispetto all’ideale di un’armonia fondata sulla “complementarietà dei ruoli”, piuttosto che sulla “reciprocità dei ruoli”. Tali momenti assumono una sorta di sacralità, violata nel momento in cui divengono l’occasione di litigi o di vere e proprie violenze. Secondo il punto di vista maschile, i momenti d’incontro con la famiglia spesso sfociano nel conflitto a causa dell’incapacità della moglie di preservare l’equilibrio della vita familiare. Le donne, talvolta solo per aver manifestato apertamente la propria opinione, sono considerate “colpevoli” della rottura di quest’armonia idealizzata, rottura che suscita negli uomini, parafrasando le loro espressioni, una profonda delusione e un generale senso di malessere. Descrivendosi come “uomini normali” che non desiderano altro che una “famiglia normale”, a più riprese, i maltrattanti affermano con disappunto: “Ci siamo rovinati il fine settimana”, “Non si può mai cenare in pace”, “Certo che il fine-settimana me lo aspettavo diversamente”.

Copertina di Uomini normali di Cristina Oddone: raffigura quella che sembra una superficie crepata.

Negli ultimi anni il femminicidio e la violenza contro le donne hanno ottenuto crescente visibilità, tuttavia restano inesplorati molti aspetti riguardanti gli autori di questi reati. Chi sono gli uomini violenti? Quali sono le loro motivazioni? In che modo giustificano le aggressioni contro le donne che dicono di amare? Attraverso l’analisi femminista e gli studi sulle maschilità, in questo volume viene trattata una specifica forma di gender-based violence, la violenza nelle relazioni di intimità. L’attenzione è rivolta in modo particolare agli autori di violenza, grazie ai risultati di una ricerca etnografica svolta in un centro di ascolto per uomini maltrattanti: nel corso degli incontri collettivi gli aggressori descrivono la relazione con la partner e con le donne in generale, spiegano la propria violenza, ma soprattutto parlano di sé – come uomini, mariti e padri. Il ricorso alle pratiche di prevaricazione emerge come parte di un gioco di controllo e potere che non si esaurisce nel rapporto con le donne, ma acquisisce valore anche nell’arena delle relazioni sociali tra maschi e tra diversi modelli di maschilità. E come altre forme di violenza, anche la intimate partner violence si rivela una strategia per “fare il genere”, e per “fare le maschilità”.

2 risposte a “Citazione della settimana – “Uomini normali” di Cristina Oddone”

  1. Già solo da questo la considero una lettura obbligata. Perché è importante capire cosa passa per la testa di queste persone se si vuole comprendete questa piaga e cercare di fermarla in tutti i modi, attraverso leggi ed educazione.

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    1. È un libro importante proprio perché affronta la questione da una prospettiva che è assolutamente necessario avere per intervenire in modo efficace.

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