Copertina di Il senso perfetto di Anna D'Errico: una persona (di cui si vedono solo naso e bocca) di profilo annusa un giglio.

Perché abbiamo due narici? È vero che si possono sentire più di 10.000 odori? Cos’è il marketing olfattivo? Esisteranno un giorno odori digitali? Tra ricerca scientifica e tante curiosità, Anna d’Errico ci accompagna in un viaggio alla scoperta dei talenti del naso umano, descrivendo qualità poco note e sfatando alcuni miti, come l’idea che l’uomo abbia un olfatto poco sviluppato.

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Ho iniziato a leggere Il senso perfetto con grande entusiasmo perché ero davvero molto curiosa di saperne di più su un senso ritenuto marginale a furor di popolo, ma che è tornato alla ribalta soprattutto per colpa del Covid-19, visto che in alcuni casi procurava anche anosmia. D’Errico con un pizzico di licenza poetica (e scientifica) ha diviso il saggio in tre parti (note di testa, di cuore e di fondo), i cui titoli sono ispirati al mondo della profumeria, che divide la composizione di una fragranza in base alla sequenza temporale con la quale “sentiamo” le note olfattive.

La prima parte è dedicata all’anatomia del naso e a spiegare come funziona l’olfatto, in modo da gettare le basi per la comprensione del saggio; nella seconda parte D’Errico ci spiega come veniamo influenzatə dagli odori (e anche cosa accade quando non li sentiamo); infine, il libro si conclude con gli aspetti sociali e psicologici degli odori, che – nessuna sorpresa – il marketing cerca di sfruttare per vendere prodotti.

L’informazione che mi ha sorpreso di più è il fatto che non sappiamo ancora un sacco di cose dell’olfatto: mi sarei aspettata che, avendo l’organo preposto proprio al centro della faccia, questo non avesse più alcun segreto per noi; e invece gli studi sono recentissimi (quasi tutti a partire dai primi anni del XXI secolo) e rimangono ancora diverse domande aperte. Però sappiamo perché abbiamo due narici: perché, nonostante siano vicinissime, campionano due sezioni leggermente diverse dell’aria circostante e lo fanno a velocità diverse. Questo permette al nostro olfatto di produrre due analisi, una più grossolana delle molecole che si diffondono rapidamente e una più approfondita delle molecole che si diffondono nelle mucose a bassa velocità. Ci penserà poi il cervello a rimettere insieme i pezzi e a darci la percezione finale complessiva.

Mi sono sentita una bambina a leggere Il senso perfetto: infatti, una volta cresciutə, l’unica parte del nostro corpo che continuiamo a vedere come “da scoprire” è l’apparato genitale, e non a torto visto che ancora oggi subisce molto stigma da parte della nostra società sessuofobica, ma in realtà la scarsa familiarità con il nostro corpo – su quello che può fare, su come funziona, su come ci contiene e ci permette di vivere – si estende ben al di là e probabilmente ha a che fare con l’idea che noi siamo la nostra interiorità e il corpo sia solo il volgare involucro di carne di tanta meraviglia. Ma è una convinzione miope: noi siamo anche il nostro corpo – quindi ben vengano questi saggi pieni di informazioni appassionanti su come funzioniamo.

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Valutazione del libro: quattro stelline gialle

5 risposte a “Il senso perfetto di Anna D’Errico”

  1. Concordo con le tue riflessioni finali. A meno di essere addetti ai lavori ne sappiamo ben poco. Non conoscevo questo saggio, credo sia una lettura curiosa e ricca di spunti.

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    1. È un ottimo libro di divulgazione, pensato proprio per stimolare la curiosità dellə lettorə.

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  2. Noi siamo il nostro corpo. Ne fanno parte anche quelle che consideriamo le funzioni superiori (chissà perché, dati i risultati) della specie umana.
    Saggio interessante, Grazie della segnalazione.

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    1. In definitiva, sì: cercavo di fare un discorso generico che ricordasse a tuttə, anche chi ritiene esista una parte separata (o separabile) dal corpo che sarebbe la nostra essenza, che non si può prescindere dal corpo. Forse non mi è uscita fuori benissimo!😅

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  3. Ti è “uscita fuori” alla perfezione. La mia era una condivisione.

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