Buona lunedì, prodi seguaci.
Oggi è il Transgender Day of Remembrance, la giornata che ricorda le persone trans e gender diverse uccise a causa di crimini d’odio.
In occasione di questa giornata, il progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide (TvT) pubblica gli aggiornamenti sul numero di persone trans e gender diverse che sono state uccise, in base ai dati raccolti dal Trans Murder Monitoring.
321 sono gli omicidi segnalati di persone trans e gender diverse tra il 1° ottobre 2022 e il 30 settembre 2023. Il totale è pressoché identico ai 327 casi segnalati nel 2022, il che dimostra che la violenza nei confronti delle persone trans rimane alta e costante. Con 235 casi, l’America Latina e i Caraibi rimangono le aree con il maggior numero di omicidi anche quest’anno. Per le prima volta, sono stati riportati casi in Armenia, Belgio e Slovacchia.
I dati mostrano che:
- 321 sono gli omicidi segnalati di persone trans e gender diverse.
- Il 94% delle vittime erano donne trans o persone transfem.
- Quasi la metà (48%) delle persone trans assassinate di cui si conosce l’occupazione erano lavoratrici del sesso. La percentuale sale a tre quarti (78%) in Europa.
- Le persone trans colpite da razzismo rappresentano l’80% degli omicidi denunciati, con un aumento del 15% rispetto allo scorso anno.
- Il 45% delle persone trans uccise in Europa erano migranti o rifugiatə.
- La fascia d’età con il maggior numero di vittime di omicidio è quella compresa tra i 19 e i 25 anni.
- Quasi tre quarti (73%) di tutti gli omicidi segnalati sono stati commessi in America Latina e nei Caraibi; quasi un terzo (31%) del totale è avvenuto in Brasile.
- Per la prima volta sono stati segnalati omicidi in Armenia, Belgio e Slovacchia.
- Quasi la metà degli omicidi denunciati (46%) sono avvenuti a colpi di arma da fuoco.
- Poco più di un quarto (28%) degli omicidi registrati è avvenuto in strada e un altro quarto (26%) nella residenza della vittima.

I dati continuano a indicare tendenze preoccupanti per quanto riguarda le intersezioni tra misoginia, razzismo, xenofobia e puttanofobia. La maggior parte delle vittime sono donne nere e trans e lavoratorə del sesso trans.
Questi numeri sono solo un piccolo assaggio della realtà sul campo. La maggior parte dei casi in tutto il mondo continua a non essere denunciata. Quelli che vengono denunciati ricevono pochissima attenzione.
I dati del Trans Murder Monitoring non includono tutti i casi denunciati nel mondo, poiché non tutte le vittime trans e gender diverse di omicidio sono identificate come trans o gender diverse nei rapporti sulla loro morte. Questi dati devono quindi essere compresi negli specifici contesti sociali, politici, economici e storici in cui si verificano.
L’elevato numero di denunce di omicidio provenienti dall’America Latina e dai Caraibi può essere attribuito in misura considerevole all’esistenza di sistemi di monitoraggio consolidati in queste regioni. La maggior parte dei dati proviene da Paesi con forti reti di organizzazioni trans e LGBTI che conducono il monitoraggio.
Tre delle vittime sono state uccise nel nostro Paese: due di loro si chiamavano Naomi Cabral e Marta Castaña Torres; della terza non si conosce il nome.
Se volete leggere gli altri nomi e qualche altro dettaglio (compreso il motivo della morte) per dedicare loro un pensiero, potete trovare l’elenco a questo link.
Fonte: TvT, TGEU


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