
L’asessualità è l’orientamento di chi non prova attrazione sessuale per alcun genere o che può provarla raramente e/o in determinate circostanze. Si parla di spettro proprio per far emergere e rappresentare la complessità dell’esperienza asessuale. Oggi non è ancora possibile dare per scontato il significato del termine asessuale e spesso l’unico modo di entrare in contatto con queste informazioni è un post sui social. Chi si scopre asessuale racconta di non avere mai avuto le parole per descriversi: a mancare sono gli strumenti per dare senso al proprio vissuto e difendersi quando questo non viene rispettato. Nella nostra società, e anche in ambito medico, esiste una grossa confusione tra dimensioni indipendenti fra loro quali l’attrazione sessuale, la libido e il desiderio e questo può portare a leggere l’asessualità in un’ottica strettamente patologizzante. In questo saggio Francesca Anelli non solo racconta la complessità di uno dei mondi che fa parte della A di LGBTQIA+ ma entra nel vivo delle rivendicazioni politiche di una delle comunità che la compongono, quella asessuale. Introdurre questi temi nel discorso pubblico, in una prospettiva di autodeterminazione, trasfemminista e queer, è importante perché una visione del sesso sempre più matura e slegata da ogni preconcetto normativo ci serve come società.

Ogni tanto apro il World Wide Web e cerco libri su asessualità nella speranza che sia uscito qualcosa in italiano che non ha raggiunto il mio radar. Di solito la ricerca è infruttuosa, così passo a books on asexuality, dove ogni tanto trovo qualcosa di nuovo. Potete quindi immaginare la mia sorpresa quando, qualche mese fa, la mia ricerca mi ha dato come risultato un libro sull’asessualità in uscita a giungo. Molto contenta, ho infilato il libriccino nel carrello poco dopo la sua uscita e poi ho aspettato delle temperature ragionevoli per poter avere il cervello acceso durante la lettura e poter dare così un giudizio sensato.
Anelli esordisce dicendo che avrebbe voluto scrivere un testo politico e non divulgativo, ma che non può ancora scriverlo perché l’ignoranza di cosa cosa sia l’asessualità è ancora così diffusa al di fuori della piccola cerchia di persone interessate che è ancora necessario partire dalle basi, cioè spiegando di cosa si sta parlando. Una realizzazione a cui mi sento di aderire anch’io, anche se a malincuore, soprattutto se parliamo di Italia, dove le risorse nella nostra lingua si contano ancora sulle dita delle mani.
Tuttavia Anelli è stata abbastanza brava da trasformare un barboso elenco di definizioni e concetti in una trattazione il più estesa possibile di cosa significhi essere asessuali, al di là del semplice significato del termine. Infatti, se le definizioni relative alla terminologia asessuale posso trovarle in qualunque pagine web che ne parli, lo stesso non si può dire del contesto entro il quale questi termini prendono vita. Per inciso, è quello che, nell’ambito della narrazione, dovrebbe fare la letteratura: non tediarci con pagine e pagine di spiegoni, ma mostrarci personaggi che sono anche asessuali e come questa loro caratteristica li plasmi nel modo in cui sono.
Si può dire quindi che Anelli abbia scritto un testo divulgativo politico: cioè, abbia presentato le questioni politiche sollevate dall’asessualità nei limiti imposti da un breve saggio che ha come obiettivo primario quello di educare le persone. E Lo spettro dell’asessualità è davvero un testo brevissimo: appena una cinquantina di pagine. Nondimeno vi consiglio di leggerlo come prima estensione della definizione nuda e cruda di asessualità.




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