Buon lunedì, prodi seguaci!✒️

Ogni tanto è bello lasciarsi sorprendere dal catalogo della biblioteca: è così che ho scovato Gli inchiostri nella storia della scrittura e della stampa di Alessandro Gusmano, un libro sul magico mondo degli inchiostri che hanno permesso la trasmissione della conoscenza umana fino a noi. Per me che amo leggere e scrivere a mano è una festa (o una visita in palestra, visto che, nonostante non sia nemmeno trecento pagine, pesa tipo dieci chili). Eccovene un assaggio!

Le proprietà acide dell’inchiostro ferrogallico, possono portare al deterioramento della cellulosa della carta, con trapasso dei grafismi e quindi difficile lettura, fino alla completa perforazione nelle aree scritte. Per esempio, il 30% delle numerose partiture originali di Johann Sebastian Bach, conservate presso la Biblioteca di Stato tedesca, sono state praticamente distrutte dall’acidità degli inchiostri ferro-gallici.

La pergamena, al contrario della carta, non subisce di solito un forte degrado per l’acidità dell’inchiostro, poiché possiede al suo interno una sufficiente riserva alcalina (idrato di calcio) derivante dal processo di lavorazione per ottenere la pergamena stessa. Naturalmente la conservazione dei documenti dipende dalla cura con cui si conservano: umidità, temperatura, pulizia e luce vanno controllate, insieme alla consultazione.

Documenti pubblici e privati scritti con “tannato gallico di ferro”, conservati in archivi e biblioteche, confermano l’uso medievale di inchiostri ferro-gallotannici, che diviene ancor più comune a partire dal XII sec. Dalle ricette trovate si può affermare che le materie prime e i metodi impiegati erano assai vari e le scelte diverse, a seconda delle zone geografiche, delle cognizioni dei fabbricanti e dei materiali che si avevano a disposizione.

Copertina di Gli inchiostri nella storia della scrittura e della stampa di Alessandro Gusmano: è nera con al centro un pennino da calligrafia

Il volume di Alessandro Gusmano, uno dei maggiori esperti italiani del settore, mira a generare curiosità storica, collezionistica e anche scientifica sull’evoluzione di un prodotto non solo quotidianamente indispensabile all’umanità, ma formidabile alleato del progresso e della conservazione della cultura: l’inchiostro. Alla dinamica storica e scientifica che portò all’enorme disponibilità odierna di tipi diversissimi di inchiostri per la scrittura e per la stampa, si affianca la presenza, anch’essa fonte di grande curiosità e interesse, dei contenitori degli inchiostri stessi e dei mezzi scrittori quali pennini, penne e calamai. Essi ebbero una loro importanza come utensili di scrittura e come oggetti, spesso poveri, talora raffinati, sempre improntati allo stile e alla “moda” di ciascuna epoca, e alle necessità dei loro fruitori. Il libro, arricchito di uno straordinario apparato iconografico a colori di oltre 500 fotografie, vuole abbinare un’inedita e originale ricerca tecnico-scientifica con la quotidianità dell’impiego di inchiostri e dei più diversi supporti per la scrittura, con la loro diversa struttura, efficienza e importanza quali oggetti di un collezionismo diffuso in tutto il mondo. Senza dimenticare la comunicazione pubblicitaria e il design industriale connesso a tali prodotti, che ha impegnato grafici e tecnici di fama internazionale con apprezzabili risultati di novità in termini di progettazione.