Buon lunedì, prodi seguaci!🐎

Penso proprio che L’armata dei sonnambuli mi abbia fatto riconciliare con l’universo narrativo targato Wu Ming: ero rimasta molto delusa – stranamente – da Q, ma sto amando alla follia questa immersione nella Rivoluzione Francese. Tanto che le pagine volano senza che io me ne accorga.

«Sapete…» disse Claire in tono scanzonato, «la prima volta che ho esordito in una commedia è stata come sostituta della primattrice, che si era ammalata. Quando il pubblico ha visto me al posto suo, ha preso a insultarmi e a lanciare di tutto sul palco. Io sono andata avanti lo stesso fino alla fine del primo atto. Poi sono rientrata per il secondo atto, e non hanno più lanciato niente».

Pauline si concesse una risatina per alleviare la tensione. Accanto a lei, Darcelle apparve un poco rincuorata dall’anedetto.

«Vuoi dire che può essere meno peggio di quello che pensiamo?»

Marie le toccò una spalle.

«Vuole dire che bisogna tenere duro abbastanza a lyngo per arrivare al secondo atto», concluse Pauline senza nascondere lo scetticismo.

Claire le passò di nuovo in rassegna.

«Pronte?»

Annuirono.

Entrarono insieme nelle fauci della Convenzione.

1794. Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint-Just sono morti, ma c’è chi giura di averli visti all’ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera si aggira sui tetti: è l’Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria, ieri temuta e oggi umiliata, schiacciata da un nuovo potere. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini, in città e nei remoti boschi dell’Alvernia. Qualcuno la chiama “fluido”, qualcun altro Volontà. Guarda, figliolo: un giorno tutta questa controrivoluzione sarà tua. Ma è meglio cominciare dall’inizio. Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina.