Buon lunedì, prodi seguaci!🖇

Maggio è iniziato e si spera porti un po’ di pioggia perchè non so dalle vostre parti, ma qui la terra è secca tanto che pare agosto. Una desolazione.

Intanto, puntualissima – cosa insolita – ho iniziato il libro del mese per LiberTiAmo, Lo straniero di Albert Camus: eccovene una citazione.

Quando mi sono svegliato, Maria era già uscita. Mi aveva spiegato che doveva andare da sua zia. Mi è venuto in mente che era domenica e questo mi ha dato noia: la domenica non mi piace. Allora mi sono rivoltato nel letto, ho cercato nel cuscino il profumo di sale che avevano lasciato i capelli di Maria e ho dormito fino alle dieci. Poi ho fumato molte sigarette sempre in letto, fino a mezzogiorno. Non volevo andare a mangiare da Celeste come il solito, perché mi avrebbe fatto delle domande ed è una cosa che non mi piace. Mi sono fatto delle uova al burro e le ho mangiate dentro la padella, senza pane perché non c’era e non avevo voglia di andar giù a comprarlo.

Pubblicato nel 1942, “Lo straniero”, un classico della letteratura contemporanea, sembra tradurre in immagini quel concetto dell’assurdo che Albert Camus andava allora delineando e che troverà teorizzazione nel coevo “Il mito di Sisifo”. Protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto – il processo e la condanna a morte – senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Come Sisifo, Meursault è un eroe “assurdo”: la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e sentire. “E’ una verità ancora negativa”, ebbe a scrivere Camus in una prefazione per un’edizione americana dello “Straniero”, “senza la quale però nessuna conquista di sé e del mondo sarà mai possibile”.