Buon lunedì, prodi seguaci!💃🏻

Questo fine settimana, tra le altre cose, sono andata avanti nella lettura di Tokyo Soundtrack di Furukawa Hideo e mi sono imbattuta in diverse pagine di riflessione su una retorica tristemente conosciuta anche in questa parte del continente eurasiatico. Ve ne lascio un frammento.

In primo luogo, il partito dei benpensanti si riempiva la bocca ripetendo fino alla noia lo slogan: «Proteggiamo i nostri figli e le vittime del DPTS!». Ma quanti tra loro conoscevano il significato di quella sigla che impiegavano in ogni occasione? Non molti, a dire il vero, eppure ciò non impediva a quello slogan di giocare un ruolo di prim’ordine nell’offensiva della politica di esclusione degli stranieri, facendo leva soprattutto sul fattore linguistico. Il sentimento sciovinista si fece strada e conquistò molto terreno. Un cartello apparve in prossimità della fermata dell’autobus nel piazzale antistante all’uscita nord della stazione di Nishi Ogikubo. A caratteri cubitali, in blu e in grassetto: «Qui siamo in Giappone! Si parla solo giapponese!». Decine di cartelli identici, confezionati da ferventi e agguerriti attivisti, si diffusero in breve in tutto il quartiere, soprattutto alle fermate degli autobus. E tutto questo poteva significare una sola cosa: «Qui non si scherza, non dimenticheremo mai quella tragedia!».

Fu l’inizio della fine. L’allusione era chiara e inequivocabile: «Se non siete in grado di parlare correttamente la nostra lingua, state alla larga da Nishi Ogikubo!». Un modo nemmeno troppo velato di dichiarare guerra agli stranieri.

Identità sessuale, migrazioni, rapporto tra tecnologia e natura, i grandi temi contemporanei in una narrazione in cui realtà e fantasia non vogliono più distinguersi, perché nel loro mescolarsi nasce uno strumento di massima libertà.
In una Tokyo tropicale e surriscaldata giungono un ragazzo e una ragazza che hanno in comune un passato straordinaio: sono riusciti a sopravvivere su un’isola deserta. Riportati alla civiltà, le loro vite prenderanno strade diverse, ma finiranno per convergere di nuovo nel caos elettrizzante e tossico della capitale giapponese. Assieme vorranno sognare un cammino comune e imporre la loro diversità a un mondo condannato a un doloroso e inarrestabile declino.
Un romanzo di formazione del XXI secolo.