
La libreria Natsuki è un luogo speciale: un negozio polveroso e solitario, dove gli amanti della lettura possono trovare, tra le pagine dei grandi capolavori di tutto il mondo, un’oasi di pace, un rifugio lontano dal frastuono della quotidianeità. Quando il proprietario, uomo colto e appassionato, muore improvvisamente, il nipote Rintarō, un ragazzino timido e introverso, eredita la libreria. Il nonno si è preso cura di lui dopo la morte di sua madre e, ora che è scomparso, Rintarō deve imparare a fare a meno della sua saggezza dolce e pacata. La libreria è sull’orlo del fallimento. Un’eredità pesante per il ragazzo, anche perché i segnali dal mondo sono piuttosto scoraggianti: poca genteè davvero interessata alla lettura.
Un giorno, mentre Rintarō si crogiola malinconico nel ricordo del nonno, entra in libreria un gatto parlante. Nonostante le iniziali perplessità del ragazzino, il gatto lo convince a partire per una missione molto speciale: salvare i libri dalla loro scomparsa.
Una favola dei nostri tempi, un’ode straordinaria al potere del libro e dell’immaginazione.
Questo libro è brutto. Ma brutto, brutto. Sconvolgentemente brutto per una che pensava di avere per le mani una tranquilla e rilassante lettura estiva e invece di è ritrovata a leggere pagine e pagine di idiozie su come fare a salvare i libri, sul fatto che la gente non legge più e, se anche legge, non legge i libri giusti nel modo giusto. La qual cosa è forse l’aspetto più esilarante di questo romanzo, visto che non rispetta i criteri che, secondo Natsukawa, rendono un libro meritevole della nostra attenzione.
Stiamo freschз se è Il gatto che voleva salvare i libri a risollevare le sorti della lettura: sono una lettrice forte e l’unica cosa che volevo sollevare durante la lettura erano delle preghiere alla mia edicolante perché se lo riprendesse e mi ridesse i miei soldi. Vorrei davvero incontrare Natsukawa e chiedergli come pensa di aumentare lз lettorз con delle strategie che si sono già dimostrate fallimentari e come aprire una piccola libreria indipendente possa salvare il mondo.
E soprattutto perché cazzo l’autrice ideale per introdurre una ragazza alla lettura sia sempre e solo Jane Austen. Mollatela un attimo questa donna e tirate fuori qualcosa di più originale, magari un consiglio di lettura modellato sulla persona in questione invece di procedere per stereotipi.
E basta con questi libri pieni di sentimentalismo, punti esclamativi, frasi fatte e parole a caso. Che senso ha scrivermi che Sayo è sorpresa se mi hai già scritto che ha spalancato gli occhi. Pensi che io sia così scema da aver bisogno che mi spieghi per filo e per segno cosa sta accadendo? O pensi di non saper scrivere al punto di dover spiegare perché un personaggio ha una certa reazione fisica? E allora perché scrivere un libro? Mistero.
Di solito sono contrario alle fascette ma su questo libro ne dovrebbe avere una “Se volete sapere come salvare la lettura e un sacco di alberi, lasciate il libro sullo scaffale “.
Comunque il fatto che imposti il libro secondo i criteri che lei stessa demonizza è pura poesia 😂😂😂
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Oppure un bel segno di pericolo…☠️
Come uno scrittore non si renda conto di quanto predichi bene e razzoli male è oltre la mia comprensione!🤷🏻♀️
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Avevo bruttissimi presagi e me li hai confermatii!!
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Eh, di questi libri che vogliono salvare la lettura non se ne salva proprio nessuno… nemmeno in Giappone!🙄
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