
Challenging what she sees as an obsession with sex and sexuality, Ela Przybylo examines the silence around asexuality in queer, feminist, and lesbian thinking—turning to Audre Lorde’s work on erotics to propose instead an approach she calls asexual erotics, an alternative language for discussing forms of intimacy that are not reducible to sex and sexuality. Beginning with the late 1960s as a time when compulsory sexuality intensified and became increasingly tied to feminist, lesbian, and queer notions of empowerment, politics, and subjectivity, Przybylo looks to feminist political celibacy/asexuality, lesbian bed death, the asexual queer child, and the aging spinster as four figures that are asexually resonant and which benefit from an asexual reading—that is, from being read in an asexually affirming rather than asexually skeptical manner.
Through a wide-ranging analysis of pivotal queer, feminist, and anti-racist movements; television and film; art and photography; and fiction, nonfiction, and theoretical texts, each chapter explores asexual erotics and demonstrates how asexuality has been vital to the formulation of intimate ways of knowing and being. Asexual Erotics assembles a compendium of asexual possibilities that speaks against the centralization of sex and sexuality, asking that we consider the ways in which compulsory sexuality is detrimental not only to asexual and nonsexual people but to all.
Asexual Erotics è forse il libro più interessante che mi è capitato di leggere sull’asessualità: avendo ormai superato la fase che-cos’è-l’asessualità-oddio-ma-parla-di-me! sento il bisogno di letture che vadano oltre le definizioni e si inoltrino lungo i sentieri dello sguardo asessuale sul mondo. Cosa può dirci il punto di vista asessuale sulla nostra società?
Ela Przybyło (che il suo sito mi informa si pronuncia Pshy-by-wo) mi ha dato un assaggio delle potenzialità che l’asessualità ha nel dare una nuova definizione di intimità ed erotismo, togliendo il sesso da quella posizione di centralità e privilegio che ha permesso a una sessualità compulsiva di essere un’arma per ribadire e rafforzare posizioni razziste, sessiste, abiliste e omofobiche.
Przybyło analizza in maniera accademica e rigorosa storture che incontri vivendo una vita da asessuale, ma che non tuttз sono in grado di identificare con certezza e organizzare in un pensiero strutturato (io no di sicuro, sono una frana nel teorizzare gli eventi): per esempio, il fatto che il sesso sia al centro dell’intimità implica che ci sia uno standard al quale adeguarsi affinché la relazione sia sana. Troppo poco, o addirittura niente sesso, è sicuramente indice di qualcosa che non va nella relazione: analizzando la cosiddetta morte del letto lesbico, però, Przybyło dimostra che a non andare era più il fatto di aver preso come standard le dinamiche delle coppie eterosessuali.
Per questo non consiglio questo libro a meno che non abbiate una buona padronanza delle temetiche che girano intorno all’asessualità e alle modalità con le quali il femminismo queer indaga i vari fenomeni sociali. Però, una volta che ci avrete preso confidenza, prendete in considerazione questo libriccino, che è davvero prezioso, spero che sia il primo di tanti altri.