Questo libro vuole essere un valido sostegno e una fonte di suggerimenti utili per impostare un dialogo aperto con bambini e adolescenti, per aiutarli a superare la difficile prova della morte, trasformandola in un momento di maturazione. Le storie presentate, tratte dai casi clinici incontrati dall’autore nella sua lunga attività professionale, offrono punti di riferimento, consigli ed esempi concreti da cui prendere ispirazione e raccogliere informazioni sul livello di maturità dei propri figli, sulle loro riflessioni e sul loro bisogno di comprendere meglio la vita e la morte.

Nella nostra cultura attuale, poche cose ci fanno più orrore dell’accostare la morte allз minori: che sia la morte di una persona cara o – ancora peggio! – la loro, la nostra mente inorridisce al solo pensiero di dover spiegare un evento che, anche per noi adultз, è difficilmente digeribile.

Ho incrociato questo libro per caso: ho cercato morte nel catalogo online della biblioteca e, sfogliando i risultati per quanto riguardava la saggistica, mi sono caduti gli occhi su questo titolo. Ho pensato che potesse interessante, sia da leggere, sia da proporre, e questo nonostante la mia scarsa propensione ad avere a che fare con bambinз e dintorni.

In effetti, è stata una lettura molto interessante e la consiglio anche a chi, come me, non ha una grande affinità con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, perché a quell’età abbiamo un modo di approcciarci alle cose della vita molto diverso e perfettamente in grado di stimolare la nostra riflessione di adultз.

Il libro è diviso in tredici capitoli, ognuno dei quali, attraverso storie reali, affronta un possibile incontro tra unǝ minore e la morte: la sua (l’ultimo capitolo e forse quello più difficile da leggere), quella di un*amicǝ o quella di un nonno, ma anche morti all’apparenza insignificanti come quelle di un animale domestico, o quelle viste in un film o in televisione.

La lezione più importante che ci insegna Oppenheim è: non minimizzare e non svicolare. Se unǝ minore fa domande sulla morte, vuol dire che è prontǝ a sentire la risposta (che ovviamente dovrà essere data tenendo conto della sua età, del suo modo e dei suoi tempi di ragionamento, ma nondimeno ci dovrà essere una risposta).