Una raccolta di 500 battute e/o freddure tra satira e comicità, tra umorismo e circostanze grottesche, in frasi, neo aforismi e brevi dialoghi, tutti da scoprire. Con questo nuovo scritto riguardante il mondo della risata, l’autore ha voluto di cogliere i momenti di ‘imbarazzo’ che possono scaturire dall’ambiguità delle parole di tutti i giorni, in quelle situazioni paradossali che possono sembrare banali, ma che a volte non lo sono. Un modo semplice, ma non semplicistico, per non prendersi troppo sul serio. Al termine del libro, come una sorta di omaggio al lettore, un breve racconto dal titolo “Piccolo racconto onirico”.


Questo libro mi è stato gentilmente inviato dall’autore.

Complessivamente, si è trattato di una lettura simpatica, molto adatta all’estate e mi sono centellinata le battute per diversi giorni (leggerle tutte d’un fiato m’è sembrato azzardato per il rischio-indigestione). Ho trovato gran parte delle battute interessanti: alcune più riuscite di altre, alcune già sentite (sarà il fatto di condividere la toscanità con l’autore?), altre più ricercate.

Ma.

Le mie perplessità su questo libro possono essere raccolte da tre battute:

«Ma quella soldatessa francese montana, non era un uomo?» – «Parli del trans alpino?»

«Sembra che la campionessa mondiale di tango pesi 150 chili… per me, una grande balla».

Torni dal lavoro e ti accorgi che sono entrati i ladri. Anche in tua moglie.

La prima ignora che a una donna trans ci si rivolge con il femminile (salvo diversa segnalazione dell’interessata): inoltre, trans è un aggettivo e andrebbe affiancato a un sostantivo (“il/la trans” non si può proprio sentire). l’intera battuta sarebbe suonata meglio con un «Parli della soldatessa trans alpina?».

La seconda sfrutta il body shaming, mentre le terza è semplicemente agghiacciante: tenendo conto che i ladri non chiedono il permesso per entrare in casa, si suppone che dovremmo ridere perché sono “entrati” anche nella moglie, stuprandola.

Già mi immagino a alcunə di voi a scuotere la testa, deplorando l’invasione del politicamente corretto in ogni ambito. Io invece sono semplicemente stanca di vedere chi fa umorismo battere sempre sugli stessi tasti: Ahahah, che ridere, quella è trans! Ahahah, che ridere, quella è grassa! Ahahah, che ridere quel marito è cornuto! E chi se ne frega se ridiamo di una donna che è stata violentata – chissà poi, magari se l’è goduta!

Queste sono battute facili, dalle quali si ricevono gratificanti risate solo perché si è abituatə a riderne: nessunə si fa troppo domande al riguardo, è un vincere facile. E se invece queste domande cominciassimo a farcele? Perché è così facile ridere di persone trans, persone grasse, persone tradite e persone violentate?

Aspetto le risposte e le battute al riguardo.

3 stars smaller

Una replica a “Io mi libro di Alessandro Pagani”

  1. […] che dir si voglia, di Alessandro Pagani e la mia opinione al riguardo è più o meno quella su Io mi libro. Ammetto un miglioramento – nessuna battuta mi ha fatto orrore, come mi era accaduto leggendo Io […]

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