Pubblicato per la prima volta nel 1997, è insieme un manuale, un saggio e una guida rivolta a coloro che nelle relazioni intendono esplorare le infinite possibilità che amore e sessualità offrono al di là dei modelli tradizionali improntati alla monogamia, nel pieno rispetto di sé e degli altri. Chi è la “zoccola etica”? Stando alle parole delle autrici, “una persona di qualsivoglia genere che abbia il coraggio di condurre la propria vita in accordo con la proposizione radicale che il sesso è bello e il piacere fa bene”, sempre però in maniera aperta, onesta e sincera. Un testo di riferimento in cui si discutono i fondamenti ideologici del modello monogamico tradizionale, proponendo un nuovo assetto di idee e termini linguistici, allo scopo di aiutare a individuare la dimensione più adeguata al proprio modo di sentire e a tradurla in pratica nella propria esistenza. Sulla base della loro vasta esperienza personale e della pratica terapeutica svolta da Dossie in qualità di counselor, le autrici offrono molti consigli pratici riguardo a come affrontare le difficoltà emotive e relazionali più comuni tra coloro che intraprendono un percorso diverso da quelli più ampiamente battuti. Le riflessioni su amore, sesso, rapporto tra vita emotiva e vita sentimentale, valori e aspettative in gioco nelle relazioni fanno di questo saggio una lettura per tutti. Ricordando sempre che amore e sesso sono il fine, non il mezzo. E che a contare non è la meta, ma il viaggio.
La zoccola etica è uno dei primi manuali sul poliamore che si siano presentati sulla scena editoriale: è uscito per la prima volta nel 1997, quando la parola poliamore nemmeno esisteva e se ne parlava al negativo (“relazioni non-monogame”).
Questa sua vocazione pionieristica, nonostante le autrici ci abbiano rimesso le mani nel 2009, emerge con forza dalle pagine de La zoccola etica e penso ne faccia un buon libro per iniziare a entrare nel mondo del poliamore (sia che vogliate diventare poliamoros* sia che siate curios*). Si tratta, infatti, di un libro ponte tra la monogamia e il poliamore, tanto che di molti consigli potrebbero beneficiare anche le relazioni “tradizionali”.
Anzi, sono rimasta molto sorpresa da quanto le solite rubriche di consigli per coppie siano bloccate in una logica monogamica (okay, ho scoperto l’acqua calda, ma non ci avevo mai davvero riflettuto sul serio) e molto intrigata dal potenziale devastante che il poliamore potrebbe avere sul patriarcato (sì, in questo libro c’è anche tanto femminismo). Inoltre, sono contenta che Easton e Hardy ricordino ai loro lettori che le relazioni, poliamorose e no, possono essere anche non sessuali e che l’asessualità esiste: si è zoccole nella testa, non tra le gambe. Essere zoccole significa vivere serenamente e con gioia qualsiasi tipo di relazione e/o sessualità consensuale si preferisca. Insomma, alla fine del libro, mi sono sentita un po’ zoccola anch’io…
Ho trovato due soli punti di perplessità: uno è stato la logica del “non puoi amare qualcun* se prima non ami te stess*”. Questa affermazione, che sentiamo spesso, è molto criticata perché esclude dall’affettività persone che potrebbero avere problemi nell’accettazione di sé o un malattia mentale come la depressione. Queste persone non possono innamorarsi e non sono degne di amore? Non finché non hanno imparato ad “amarsi”? È una pretesa piuttosto stupida e crudele…
L’altra perplessità riguarda il classico tradimento. Da quello che so, le persone poliamorose tengono a distinguere nettamente i tradimenti dai loro rapporti poliamorosi, che avvengono con il consenso di tutti i membri della relazione. Easton e Hardy, invece, hanno inserito una parte dedicata ai tradimenti e a come uscirne: se le alternative previste solitamente sono lasciarsi o ricostruire il rapporto di prima, le autrici aggiungono quella di aprire la coppia e inglobare l’amante. Non sono esperta di poliamore e non so bene cosa dire al riguardo: capisco il bisogno delle persone poliamorose di togliere ogni associazione tra le loro relazioni e il tradimento, ma anche l’onestà di Easton e Hardy che ne ammettono la possibilità.
Mi riservo ogni ulteriore commento dopo la lettura di Più di due, che è del 2014 e nella prefazione Janet Hardy afferma che tra i due libri ci siano delle differenze di vedute. Vi lascio molto curiosa di approfondire e con il consiglio di leggere questo manuale per la saggezza e i consigli preziosi per chiunque abbia o desideri avere una relazione con una o più persone.
le relazioni monogame o dove è prevista la fedeltà reciproca sono numericamente di più perciò le rubriche sulle riviste sono tarate su quelle; e il fatto che siano numericamente di più non vuol dire che si è monogami per condizionamento, è una scelta, un modo di essere legittima come quella poli, coppia aperta o altro (comunque aprire all’amante è possibile solo in certe coppie non in tutte).
Qual fatto di amare se stessi: bè per amare qualcun’altro in maniera sana e non patologica sì penso sia non obbligatorio ma auspicabile voler bene a se stessi
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Le rubriche alle quali penso io sono tarate sulla monogamia patriarcale, ecco perché non ti daranno gli ottimi consigli di Easton e Hardy, che valgono per relazioni di ogni tipo. Se tutte le persone monogame lo fossero senza alcun condizionamento, monogamia e poliamore, nella nostra cultura condivisa, starebbero sullo stesso piano: invece non lo sono, perché la maggior parte delle persone penserà che il poliamore è “solo” uno scopare in giro (magari anche in maniera “immorale”).
Sono molto curiosa di sapere a quale tipo di coppia hai pensato quando scrivi che non tutte possono diventare poliamorose…
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a una coppia che ritiene importante la monogamia e non è un condizionamento ritenerla tale, nè la monogamia deve essere per forza “patriarcale”. Io ritengo l’ esclusività una cosa importante e voglio accanto qualcuno che gli dia la medesima importanza, se sono innamorato e appagato con una persona non ho bisogno di altre relazioni amorose e sessuali se per la mia partner non è lo stesso possiamo provare a risolvere il problema oppure lasciarsi e ognuno per la sua strada
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Per forza non si fa nemmeno l’aceto, ma a livello sociale la monogamia è patriarcale, perché siamo in un sistema che vorrebbe non prevedere alternative. Ci saranno sicuramente persone che, riflettendoci, non l’hanno ritenuta adatta a loro, ma in gran parte della cultura condivisa (letteratura, cinema, musica…) l’ideale è trovare quell’unica persona speciale che renderà la nostra vita una meraviglia e l’amante è sempre il cattivo terzo incomodo che vuole distruggere una relazione. Esiste una sola persona del genere? E se ne incontri due? Devi per forza scegliere drammaticamente tra le due, senza poter avere un rapporto con entrambe? L’amante è per forza una persona senza cuore, egoista e immorale? È per questo che il poliamore ha un discreto potenziale in chiave anti-patriarcale, indipendentemente dalle preferenze individuali: scardina uno status quo e crea nuove possibilità.
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Non sono d’accordo. veramente ci sono anche un sacco di film dove l’amante non è cattivo, adesso non fare l’errore di considerare la cultura una cosa monolitica: in occidente non lo è, ci sono tante storie diverse raccontate da romanzi e film. romanzi e cinema raccontano l’umano e non impongono proprio NULLA. Gli amori monogami sono numericamente di più quindi sono raccontati di più nei loro vari aspetti, e non c’è niente di patriarcale in questo mero dato di fatto. Comunque sì, io ci credo che esiste quella sola persona, io credo che si possa amare una persona per tutta la vita, io credo che esista l’anima gemella, è difficile trovarla, molti non ci riescono ma è possibile. Non impongo nulla a nessuno, chi sente che la monogamia non è adatta a sè faccia come vuole, coppia aperta, poliamore quello che vuole, ma i tanti che come me sono monogami hanno diritto a non essere considerati dei poveretti condizionati dalla società che non riflettono o che sono antiquati. così come i poli hanno diritto a non essere considerati pervertiti
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Ovviamente, cercando qualcosa di specifico, troverai prodotti culturali su qualsiasi cosa (è uscita anche una serie tv sul poliamore, “You, me her”). Mi riferivo alla cultura più popolare, a quella di largo consumo, a idee così radicate da plasmare la società. Nessun film/canzone/libro ti imporrà qualcosa direttamente, ma ognuno di loro veicola una serie di modelli, che tu percepisci essere la norma e dai quali è difficile uscire, perché ci sono tutta una serie di barriere (psicologiche, sociali, culturali, legislative, e via dicendo) volte a tenerti entro ben precisi confini. Di per sé la monogamia non è certo sbagliata e non sarebbe nemmeno patriarcale, se non fosse inserita in un sistema che lo è e che prevede la monogamia come unica soluzione riconosciuta. Oltre a vedere tradizionalmente l’amante in una cattiva luce e le coppie aperte come insoddisfatte, questo sistema non prevede nemmeno istituti volti a ufficializzare in qualche modo relazioni diverse dalla coppia di due persone. Non farne un fatto personale, è un problema sistemico… 🙂
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la maggioranza delle persone ha relazioni monogame più o meno felici o infelici quindi la maggioranza dei prodotti culturali di largo consumo racconta questo perchè è questo ciò che riguarda la maggioranza di noi, non ci sono imposizioni dirette o indirette, si racconta ciò che accade. Comunque le rappresentazioni sono molteplici, non c’è solo l’amante cattivo; e se alcune coppie aperte non sono felici così come possono non esserlo alcune coppie monogame lo si racconta anche al cinema e nei romanzi. E’ legittimo e non impedisce a nessuno di viversi una storia poliamorosa, sugli impedimenti legislativi hai ragione
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Non ci sono imposizioni da parte della maggioranza finché questa non pretende che il senso comune sia il modello al quale diventa doveroso conformarsi. Il fatto che ci siano degli evidenti impedimenti legislativi è solo il sintomo più lampante che la maggioranza sta imponendo dei modelli a una minoranza e questo non va bene. Sempre che, una volta tolto ogni impedimento, questa resti una minoranza…
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senza impedimenti legislativi ci sarebbero più persone poli che “vengono allo scoperto” come è avvenuto per le persone lgbt ma resterebbero minoranza numerica, così penso io. Comunque ci rifletto
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