Märtha e la sua banda di cinque simpatici vecchietti vivono in una casa di riposo. I loro giorni trascorrono all’insegna della noia e dell’avvilimento, specie da quando il nuovo proprietario dell’istituto ha tagliato tutte le spese: cibo, divertimenti e persino le decorazioni natalizie! Tanto che arrivano a pensare che starebbero meglio in prigione, dove almeno la mensa funziona. Perché allora non evadere e commettere una rapina, per venire incarcerati? Il primo colpo della scombinata gang non va però come avevano previsto, così decidono di rimediare pianificando il furto del secolo. Ma essere arrestati non è semplice come si immagina e quando finalmente finiscono al fresco si accorgono di aver sopravvalutato la vita e gli agi di quel “ricovero”. Anzi, tra rigide gerarchie, mafiosi slavi e criminali senza scrupoli che farebbero di tutto per impossessarsi del loro bottino devono far ricorso a ogni possibile stratagemma per uscirne incolumi. Dove porterà la rocambolesca avventura di questa banda di intrepidi Lupin dai capelli grigi? Chiunque li incontri farebbe meglio a mettersi al riparo… Evasi dall’ospizio, inseguiti dalla mafia, riusciranno a compiere il furto del secolo? Da questo romanzo la serie televisiva svedese presto in onda anche in Italia La stampa svedese ha scritto del romanzo: «Questo libro è un vero gioiello, divertente ed esilarante!» «Lo stile è scoppiettante, la trama intrecciata con maestria e la storia si legge con crescente eccitazione e buonumore fino al sorprendente finale.» «Molto fantasioso, divertente e pieno di umorismo nero!» «Una commedia poliziesca avvincente e piena di calore umano.» «Una brillante espressione della gioia della vita. Chi è come Märtha e il resto della banda non corre il rischio di invecchiare.» Catharina Ingelman-Sundberg è un’autrice di grande successo. I suoi libri hanno venduto in Svezia più di 300.000 copie e sono stati tradotti in più di dieci Paesi. Ha iniziato la sua carriera come archeologa subacquea e ha partecipato a diverse esplorazioni, alla ricerca di navi vichinghe. Ha scritto numerosi romanzi storici, e divide la sua attività di scrittrice con quella di giornalista per un quotidiano di Stoccolma.


Il mio primo, sventurato incontro con questo libro è avvenuto alle Poste, mentre ero in fila da mezz’ora per fare non ricordo più cosa. Indebolita dalla noia, mi sono avvicinata a questo romanzo dall’accattivante copertina gialla e, in barba al basso rating che ha su Goodreads, me lo sono procurato e letto.

Da qualche indizio disseminato qua e là nel romanzo, suppongo che l’idea fosse quella di una critica alla società per il suo modo di relegare gli anziani nelle case di cura scadenti dove si fa sì che stiano buoni, zitti e non diano fastidio. Quello che ho recepito da lettrice è stata una valanga di chiacchiere da bar (incluso, non ci crederete ma è così, l’evergreen “si stava meglio quando si stava peggio”).

Il tutto avrebbe dovuto essere condito sapientemente con una buona dose di ironia. Vi dirò che la parte dell’ironia è riuscita così male che oltre a non farmi ridere mi ha messo pure tristezza. Davvero un pessimo risultato.

L’idea di partenza poteva essere carina (e da qui la mia insana scelta di leggere il libro), ma c’è tanta di quella ingenuità e mediocrità che ti fanno pensare solo a quando arriverà la fine.

1 star